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«Il principio sul quale siamo disposti ad agire è una credenza»


A cosa stai pensando?
Penso a cosa sia la credibilita'

Penso, inoltre, che i cittadini, presto, ci spaccheranno le ossa ancora integre dopo gli affettuosi abbracci con i detenuti, gli extracomunitar, e i balordi di ogni risma. Mi consola il pensiero che al mutar dell’oggi toccherà anche a Voi politici, anche perché non dovrà apparirvi strana la nostra impossibilità a proteggervi, sia sul piano fisico, sia sul piano tecnico-pratico.

di Gaetano Insinna - Segretario Generale del SIM Guardia di Finanza

A cosa stai pensando? Penso, penso, penso... a cosa sia la credibilità. Al perché mi possiate considerare credibile o meno. All’esigenza impellente che una società democratica abbisogna in un tempo mediocre. Penso che la credibilità sia importantissima per le Istituzioni di governo che si definiscono democratiche, così come dovrebbe esserlo per le Magistrature, le Autorità, le Forze di polizia e tutti gli Uffici e gli Apparati dello Stato. Penso che il Capo del governo debba porsi il problema del suo essere credibile e debba sforzarsi di esserlo per accrescere la credibilità delle Istituzioni che rappresenta, dando, così, il buon esempio ai cittadini. Penso che Egli, seppur poco democraticamente blindato nell’assordante silenzio di Villa Doria Pamphilj, dovrebbe rispettosamente indossare la mascherina quando parla con i rappresentanti degli stakeholders e stringe la mano agli ospiti illustri.
Il Suo esempio, a mio inutile avviso, impedirebbe ai cittadini italiani di mandarci “affa...” ogni volta che contestiamo loro il mancato rispetto delle regole scritte dal Suo governo. Il buon esempio da Lei meritoriamente profuso con l’utilizzo della mascherina ed il corretto “distanziamento sociale” impedirebbero, ad esempio, ai molti cittadini italiani pesantemente sanzionati da noi, di credere che «il principio sul quale siamo disposti ad agire è una credenza». C. S. Peirce.
Penso, inoltre, che i cittadini, presto, ci spaccheranno le ossa ancora integre dopo gli affettuosi abbracci con gli extracomunitari, i detenuti e i balordi di ogni risma.
Mi consola il pensiero che al mutar dell’oggi toccherà anche a Voi politici, anche perché non dovrà apparirvi strana la nostra impossibilità a proteggervi, sia sul piano fisico, sia sul piano tecnico-pratico.
Spero si comprenderà la demotivazione scaturente dalla mancanza di: regole d’ingaggio certe, telecamere, teser e diritti.
Se all’assunto si uniranno le indagini giudiziarie e disciplinari che ci colpiscono sempre e comunque, in quanto: “torturatori” infami e “sbirri” bastardi, razzisti e fascisti, il quadro apparirà completo e disarmante.
Non voglio indagare oltre e mi limito a riflettere solo sulla multidimensionalità concettuale della credibilità, rilevando come, nel caso di specie, essa sia strettamente legata: all’idea di fiducia, alla riduzione del rischio, alla prevedibilità, alla stabilità, all’attendibilità e alla coerenza. Tutti concetti che sottendono molteplici significati e interazioni.
Se provassimo ad indagare ancora potremmo persino cogliere la natura relazionale delle dimensioni testé evocate.
Una natura legata alle molteplici interazioni che l’istituzione intrattiene, alle caratteristiche peculiari che esse assumono nell’ambiente regolativo e alla loro variabilità nel tempo e nello spazio.
Ci fu un tempo in cui qualcuno affermò che la più alta forma di comando è l’esempio.
In fondo, «Essere uomo significa essere responsabile. Significa provare vergogna in presenza d’una miseria che pure non sembra dipendere da noi. Essere fieri d’una vittoria conseguita dai compagni. Sentire che, posando la propria pietra, si contribuisce a costruire il mondo». Antoine De Saint-Exupery, “Terra degli uomini”, 1939.
Io speriamo che me la cavo”.
Cav. Gaetano Insinna, sbirro ignorante.