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A margine della Conferenza sulle Bonifiche dei territori
tenuta da SIGEA, RemTech, Geologi Sicilia e Ministero Ambiente


BONIFICHE:
in Italia, si usano poco le tecnologie innovative

PIEROBON: «Il problema delle bonifiche solitamente viene collegato solo ai rifiuti e in molti casi in effetti la bonifica deriva da una mala gestione sui rifiuti o peggio... Certamente bisogna intervenire a fronte dell’inquinamento che toglie terreno alla vita, ma va altresì cambiato il modo di vivere proprio per evitare questa distruzione continua...».

di Piero mastroiorio

Nel corso della Conferenza sulle Bonifiche dei Territori, tenuta, lo scorso 19 giugno 2020, a Gela, in Provincia di Caltanissetta, da SIGEA, RemTech, ISPRA, Ministero dell’Ambiente, Commissario Straordinario per la Bonifica delle Discariche Abusive, Regione Sicilia, ARPA Sicilia, Comune di Gela e Ordine dei Geologi della Sicilia, il geologo Michele Orifici, Vice Presidente Nazionale della SIGEA, Società Italiana di Geologia Ambientale, inaugurando il ciclo di conferenze online, ha dichiarato: «In Italia, sul fronte bonifiche di territori inquinati, abbiamo Siti di Interesse Nazionali equivalenti a oltre 170.000 ettari di aree si terrestri che marine, il 65% delle quali sono pubbliche ed il 35% private. La Società Italiana di Geologia Ambientale mette a confronto esperti del mondo tecnico scientifico. Diamo il via dalla Sicilia, esattamente da Gela a “Geologia in movimento”, un ciclo di conferenze sul tema delle bonifiche dei siti contaminati. Al centro dell’attenzione, oltre Gela, anche altri tre Siti di Interesse Nazionale siciliani, quelli di Priolo, Biancavilla e Milazzo. Confronti che ci forniranno la possibilità di conoscere studi svolti e tecniche applicate. La divulgazione delle innovative applicazioni di geochimica, di idrogeologia, di “geologia sanitaria” ci consentirà di attuare un necessario processo culturale finalizzato al risanamento di aree contaminate con l’obiettivo di riportarle alla normalità, di assumerle come esempio virtuoso e di valorizzarle.».

«Il nostro Paese si trova ad affrontare una grande emergenza. Restituire ai cittadini suolo sano è un dovere e un impegno prioritario per lo Stato e le Regioni. Vogliamo recuperare il territorio inquinato e dargli nuova vita, realizzando servizi, infrastrutture verdi, insediamenti industriali sostenibili di nuova generazione attività produttive, impianti per la produzione di energia pulita. Per farlo stiamo lavorando per accelerare i tempi e snellire le procedure di bonifica, attraverso la necessaria riforma della parte del Testo Unico dell’Ambiente che riguarda le bonifiche. Inoltre, abbiamo previsto l’aumento delle risorse pubbliche per finanziare gli interventi con i nuovi progetti Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027», ha detto Roberto Morassut, Sottosegretario all’Ambiente.
«Poco frequentemente ancora si interviene nei siti inquinati utilizzando tecnologie di bonifica innovative, preferendo applicazioni più tradizionali che non sempre risultano anche quelle meno impattanti e sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. La giornata del 19 giugno rappresenta una prima tappa di un ciclo di quattro appuntamenti che si pongono l’importante obiettivo di offrire elementi di valore e di innovazione imprescindibili nell’ambito di un percorso articolato di crescita condivisa», ha dichiarato Silvia Paparella, General Manager di RemTech Expo.

«Il problema delle bonifiche solitamente viene collegato solo ai rifiuti e in molti casi in effetti la bonifica deriva da una mala gestione sui rifiuti o peggio, ma non è sempre così. Ritengo che la tematica vada collocata entro il disastro ecologico che viene portato dal cambiamento climatico e da eventi imprevedibili come bombe d’acqua, alluvioni, eventi atmosferici straordinari, come pure erosione, inquinamento ed esaurimento delle risorse. Il concetto di suolo va pensato sulla base della compatibilità della vita umana su questa terra, attuale e futura. E bisogna ragionare non su concetti astratti, come i cosiddetti “quasi oggetti”, cioè natura, buco dell’ozono, l’effetto serra, gli embrioni congelati, i fiumi inquinati, gli OGM. E ancora non bisogna soffermarsi ad aspetti collegati solo al proprio territorio. Certamente bisogna intervenire a fronte dell’inquinamento che toglie terreno alla vita, ma va altresì cambiato il modo di vivere proprio per evitare questa distruzione continua. Occorre trovare un nuovo fondamento nella relazionalità umana che guarda al territorio senza pensarlo in termini egoistici e senza pensarlo in termini lontani, astratti. Quindi bene pensare ai problemi per così dire tecnico-operativi, come abbiamo, appunto, segnalato anche al Governo di recente, ma sempre in questa visione complessiva», ha affermato Alberto Pierobon, assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità in Sicilia.
La videoconferenza, moderata da Daniele Baldi, Coordinatore del Gruppo “Bonifiche” della Società Italiana di Geologia Ambientale e curatore della monografia edita dalla SIGEA “Bonifica dei siti inquinati”, è la prima del ciclo “Geologia in movimento”, è stata sintetizzata da Giuseppe Collura, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Sicilia, così: «La videoconferenza è stata un grande successo con ben un totale di 750 iscritti, tra cui 489 geologi e 250 tra ingegneri e architetti. Il Sito di Interesse Nazionale di Gela è, tra tutti, sicuramente quello più emblematico in quanto si inserisce in un contesto economico, sociale ed ambientale ricco di contraddizioni, in cui mezzo secolo di attività industriale recentemente ormai dismessa, pone come sfida la recente riconversione e la ripartenza di una nuova concezione di attività industriale, rispetto al fondamentale bisogno di migliorare la qualità ambientale del territorio attraverso le attività di bonifica e recupero, rendendo lo stesso più attrattivo, condizione essenziale che sta ed alla base di una nuova ripartenza e di un nuovo modello si sviluppo economico e sociale. Il tema dei SIN in Sicilia è di assoluto interesse professionale e di grande attualità per i geologi Siciliani che già svolgono parte delle loro attività lavorativa nell’ambito della progettazione e monitoraggio degli interventi di bonifica. L’interesse professionale si estende anche alla valutazione di tutte le complesse interazioni che i siti SIN hanno sugli aspetti di carattere urbanistico, e ambientale soprattutto a carico dei territori urbanizzati e sulle aree costiere adiacenti.».