Sono le 8:47:26 AM di Giovedì 10 / 04 / 2025 Aggiornamento 20 gennaio 2021 |
Uno studio pubblicato sulla rivista Wildlife Biology
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Ricercatori dell’ISC-CNR ed ISPRA hanno rivisto le metodiche utilizzabili per il monitoraggio delle popolazioni di cinghiali, dimostrando che l’applicazione del 'Distance Sampling', mediante visori termici, consente una stima precisa ed accurata che apre nuove strade per una gestione sostenibile della specie e per la protezione delle colture e degli allevamenti.
di Piero Mastroiorio
Uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Wildlife Biology’, condotto da ricercatori dell’ISC-CNR, Istituto dei sistemi complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e dell’ISPRA, Istituto per la ricerca e la protezione ambientale, realizzato attraverso una serie di censimenti con il metodo del “distance sampling” e visori termici notturni, in diverse aree protette italiane, in condizioni ambientali molto diverse, che vanno dai boschi mediterranei del Monte Arcosu in Sardegna alle aree agricole di gran pregio nei Colli Euganei in Veneto, fino alle quote maggiori della montagna appenninica, Foreste Casentinesi, Toscana ed Emilia Romagna, tutti ambienti fortemente influenzati dalla presenza del Cinghiale, ha dimostrato che stimare le popolazioni di cinghiale in maniera precisa ed accurata è possibile.
«La disponibilità di stime delle popolazioni può permettere di programmare efficacemente le azioni di controllo necessarie al contenimento della specie e di valutare quanto tali azioni siano state efficaci», spiega il ricercatore del ISC-CNR, Stefano Focardi, responsabile della ricerca, che dimostra come negli ambienti studiati, con uno sforzo accettabile, si possono ottenere stime precise al 20%, un notevole salto di qualità visto che in Europa oggi nessuno riesce a stimare le popolazioni di Cinghiale.
«L’articolo presenta un’estesa discussione dei metodi che possono essere usati per il monitoraggio. Visto l’impatto negativo che la specie ha sulle colture e i costi che questo comporta la possibilità di impostare una gestione adattativa su dati precisi e affidabili rappresenterebbe uno strumento operativo particolarmente utile», aggiunge Barbara Franzetti ricercatrice dell’ISPRA.
«Un problema potenzialmente molto serio determinato dalla presenza del Cinghiale è la diffusione della peste suina africana, che può severamente impattare negativamente la suinicoltura europea e la disponibilità di metodi precisi per la stima delle popolazioni può essere estremamente rilevante per la formulazione delle mappe di rischio», conclude Focardi.
REGIONE PUGLIA: DANNI DA FAUNA SELVATICA AL
COMPARTO AGRICOLO/ZOOTECNICO
TRIENNIO 2017- 2019
Nel triennio 2017-2019 sono stati complessivamente segnalati n.875 eventi dannosi a carico del comparto produttivo agricolo-zootecnico della Regione Puglia ad opera della fauna selvatica.
Di queste n.518 sono state aggressioni/predazioni alla fauna domestica da parte del lupo (canis lupus), n.357 danneggiamenti alle produzioni agricole da parte del cinghiale (sus scrofa) in n.307 casi, della lepre (lepus europaeus) in n.43 casi, del tasso (meles meles) in n.2 casi, dello storno (sturnus vulgaris) in n.2 casi e di altra avifauna (non meglio identificata) in n.3 casi.
Pertanto, la stragrande maggioranza di tali eventi vede come specie animale coinvolta il cinghiale ed il lupo e, proprio, tali specie segnano un costante aumento di casi nel triennio preso in esame.
Per quanto riguarda il numero di casi segnalati si sottolinea un numero in crescita dal 2017 al 2018, che nel 2019 si è sostanzialmente confermato, sia pure con un piccolo aumento.
Esaminando il dato del territorio provinciale teatro degli eventi denunciati, se ne ritrovano:
⭕ n. 436 in provincia di Foggia di cui nel 2017 n.89, nel 2018 n.130 e nel 2019 n.217;
⭕ n. 225 nella Città Metropolitana di Bari di cui nel 2017 n.43, nel 2018 n.105 e nel 2019 n.77;
⭕ n. 148 in provincia di Taranto di cui nel 2017 n.55, nel 2018 n.37 e nel 2019 n.56;
⭕ n. 34 in provincia di Brindisi di cui nel 2017 n.23, nel 2018 n.7 e nel 2019 n.4;
⭕ n. 19 nella provincia di B.A.T. (Barletta Andria Trani) di cui nel 2017 n.3, nel 2018 n.15 e nel 2019 n.1;
⭕ n.13 in provincia di Lecce di cui n.5 nel 2017, n.6 nel 2018 e n.2 nel 2019.