kedonali8

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Da una ricerca pubblicata su Global Sustainability

 

Covid-19 e
cambiamenti climatici

Uno studio dell’IIA e dell’ISPC entrambi del CNR, mostra come la pandemia e cambiamento climatico, apparentemente diversi, abbiano dinamiche simili. Analizzando le evoluzioni temporali e il rischio dei due fenomeni si possono trarre dalla crisi attuale lezioni importanti per affrontare quelle ipotizzabili nel futuro.

di Piero Mastroiorio

Uno studio, pubblicato come invited paper sulla rivista internazionale Global Sustainability, condotto da Antonello Pasini e Fulvio Mazzocchi, ricercatori rispettivamente dell’IIA-CNR, Istituto sull’inquinamento atmosferico, ed ISPC-CNR, Istituto di scienze del patrimonio culturale, del CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche, confrontando due fenomeni, l’evoluzione climatica e l’evoluzione pandemica, che possono sembrare lente, ma non critiche ed urgenti, hanno risposto, facendo emergere analogie inaspettate, alla domanda: queste percezioni sono corrette?
«L’articolo analizza le evoluzioni temporali della pandemia da Covid-19 e dei cambiamenti climatici e, tramite una semplice equazione, esplora qualitativamente il rischio associato a queste dinamiche. Ci sono notevoli differenze nei tempi di evoluzione dei due fenomeni, un aspetto che influisce sulla percezione della loro relativa gravità, ma è anche evidente come in entrambi i casi, pur partendo da numeri piccoli, essi registrino una crescita consistente se lasciati evolvere senza agire: rapidissima (esponenziale) nel caso della pandemia, in forte aumento (non lineare) nel caso delle temperature derivanti dallo scenario di emissioni Business As Usual (BAU)», spiega il ricercatore dell’IIA-CNR Antonello Pasini.
Tra l’altro, entrambi i fenomeni sono connotati da una certa inerzia, che porta a riscontrare i risultati delle nostre azioni di contrasto solo dopo un certo periodo di tempo. Per la pandemia, l’inerzia è connessa al periodo di incubazione del virus, per il sistema climatico dipende dal lungo tempo di permanenza dell’anidride carbonica in atmosfera e al riscaldamento, lento ma inesorabile, degli oceani, come spiega ancora Antonio Pasini: “Se oggi attuiamo un lockdown, vedremo i risultati tra 10-15 giorni; se adesso cominciamo a ridurre in maniera significativa e duratura le nostre emissioni di gas serra, i risultati li vedremo tra 20-30 anni. In entrambi i casi, quindi, è necessario agire in anticipo. Abbiamo poi analizzato più a fondo un’equazione del rischio, prodotto di tre fattori: Pericolosità × Vulnerabilità × Esposizione, che descrive in maniera unitaria quelli per l’uomo che vengono dal Covid-19 e dagli eventi estremi di carattere climatico. Nello specifico, si vede quali siano le nostre possibilità di azione per diminuire questi rischi. Per il Covid-19, in attesa del vaccino o di una terapia efficace e di altri cambiamenti a medio e lungo termine, oggi possiamo agire soprattutto su un fattore dell’equazione, diminuendo la nostra esposizione ai contatti con potenziali infetti. Per gli impatti dei cambiamenti climatici possiamo invece intervenire su tutti i fattori di rischio: sviluppare misure per contrastare il riscaldamento globale da cui dipende l’incremento di frequenza e intensità degli eventi più violenti, armonizzare la nostra presenza sul territorio, rendendolo meno vulnerabile, e ridurre la nostra esposizione con una maggiore cultura del rischio.”.
Quindi, Pandemia e cambiamenti climatici sono entrambi urgenti?
Con il Covid-19 stiamo agendo in piena emergenza, perché i tempi sono strettissimi. Con il cambiamento climatico, la cui evoluzione sembra più lenta, potremmo pensare di procedere con maggiore calma, ma va considerato che anche l’inerzia e i tempi di ritardo delle nostre azioni in questo caso sono maggiori. Inoltre, gli impatti dei cambiamenti climatici si estendono a tutti i settori che sostengono la vita sul pianeta e, per contrastarli, occorrono sia interventi immediati, sia cambiamenti strutturali che hanno tempi di qualche decennio. Anche in questo caso è quindi necessario agire fin da ora. La scienza permette di comprendere le evoluzioni temporali di questi fenomeni e di suggerire politiche tempestive e di sensibilizzazione. Per la pandemia gli interventi si sono concentrati principalmente sull’esposizione. Per la crisi climatica la buona notizia è che abbiamo la possibilità di agire per tempo su tutti i fattori, per evitare che la situazione ci sfugga di mano”, risponde Fulvio Mazzocchi, ricercatore dell’ISPC-CNR.