di Redazione —
«Le ripercussioni economiche e occupazionali della pandemia nel Mezzogiorno sono purtroppo devastanti. Secondo la SVIMEZ, oltre ai posti di lavoro già persi, sono a rischio oltre 200.000 occupati al Sud, una polveriera che può innescare tensioni e instabilità sociale.
È evidente che il Meridione sconta ritardi infrastrutturali e un gap economico di lunga data con il Nord Italia.
Il ‘Recovery Plan’, dunque, rappresenta un’occasione irripetibile per investire nella salvaguardia del territorio e nella digitalizzazione, favorendo lo sviluppo e la crescita di un tessuto imprenditoriale competitivo.
Destinando al Mezzogiorno il 50% delle risorse del ‘Next Generation Eu’ si avrebbe un balzo del PIL meridionale dall’8,1% all’11,6% con la creazione di 100.000 nuovi posti di lavoro.
E’ necessario, pertanto, abbandonare la logica assistenziale puntando su una visione strategica di rilancio del Sud, al fine di eliminare le sacche di diseguaglianza, a beneficio dell’intera economia del Paese e della coesione nazionale», dichiara in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Unione Generale del Lavoro, in merito ai dati rilasciati dalla SVIMEZ sull’importanza del ‘Recovery Plan’ per l’occupazione nel Mezzogiorno.