Garante Privacy approva ‘Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling’, ma le Associazioni dei consumatori non esultano, anzi, per il Codacons si tratta di un punto di partenza contro il telemarketing selvaggio, mentre, per l’UNC servirà a poco e chiede una modifica della legge con risarcimento ai Consumatori.
di Redazione —
Il Garante Privacy ha approvato un Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling, promosso da associazioni di committenti, call center, teleseller, list provider e Associazioni di consumatori, che diventerà efficaca appena verrà conclusa la fase di accreditamento dell’ODM, Organismo di monitoraggio, un organismo indipendente chiamato a verificare l’osservanza del Codice di condotta da parte degli aderenti e a gestire la risoluzione dei reclami, e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, come spiega il Garante in una nota in cui si legge: «per assicurare il rispetto della normativa privacy “dal contatto al contratto”, le società che aderiranno al Codice si impegneranno ad adottare misure specifiche per garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing. In particolare, dovranno raccogliere consensi specifici per le singole finalità (marketing, profilazione, ecc.), informare in maniera precisa le persone contattate sulle finalità per le quali vengono usati i loro dati, assicurando loro il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy (opposizione al trattamento, rettifica o aggiornamento dei dati).». Il Codice introduce, inoltre, regole per contrastare il fenomeno del “sottobosco” dei call-center abusivi; stabilisce, infatti, che nei contratti stipulati dall’operatore con l’affidatario del servizio dovrà essere prevista una penale o la mancata corresponsione della provvigione per ogni vendita di servizi realizzata a seguito di contatto promozionale senza consenso. Le società saranno tenute ad effettuare una valutazione di impatto nel caso svolgessero trattamenti automatizzati, compresa la profilazione, che comportano un’analisi sistematica e globale di informazioni personali.
Intanto le Associazioni dei Consumatori si pongono la domanda: il Codice funzionerà?
Il Codacons accoglie con soddisfazione la decisione del Garante per la Privacy di approvare il Codice di Condotta in materia di telemarketing e teleselling, ma lo considera «un punto di partenza», tanto che il suo presidente Gianluca Di Ascenzo, sottolinea come il «Il telemarketing selvaggio diventa sempre più insostenibile e danneggia chi opera nel rispetto delle regole. Uno strumento che speriamo possa funzionare meglio del Registro delle Pubbliche Opposizioni, che purtroppo finora non ha portato i risultati sperati. In base ai dati raccolti dal Codacons, ad oggi, nonostante il Registro conti 4 milioni di adesioni, più di 2,5 milioni di italiani iscritti al Registro continuano a ricevere telefonate commerciali da parte di call center e operatori specializzati. Il 38% circa delle telefonate commerciali ricevute dagli utenti propone contratti di forniture per luce e gas, mentre il 31% è legato al mondo della telefonia; nell’ultimo periodo cresce, inoltre, la quota delle telefonate che propongono investimenti e trading online, che raggiunge il 30% del totale.».
Meno ottimista è l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, che attraverso le parole del suo presidente, Massimiliano Dona, spiega: «Già in passato si erano provati ‘Codici di Condotta’, ma si dimostrarono insignificanti e non servirono a nulla. Il punto è che il ‘Codice di Condotta’ è superfluo per i call center rispettosi della legge, visto che già la rispettano, mentre serve a ben poco per chi viola sistematicamente le leggi e resta impunito. Ecco perché urge una modifica della legge, che preveda indennizzi automatici per i consumatori molestati e che stabilisca che la chiamata a casa degli iscritti al ‘Registro delle opposizioni’ sia considerata una pratica commerciale scorretta, sanzionabile anche dall’Antitrust, così da raddoppiare controlli e sanzioni.».