di Piero Mastroiorio —

Nel cuore di una tranquilla campagna in Provincia di Foggia, quella che si estende ai lati della SP 109, che congiunge due cittadine, San Severo e Lucera, un crimine senza precedenti ha scosso le fondamenta della società civile. Un furto. Non un furto qualsiasi: è stata rubata la marmellata. Sì, proprio quella marmellata, quella che da generazioni accompagna il nostro pane tostato e i nostri momenti di “calma mattutina”. Un crimine che, sebbene sembri insignificante, ci costringe a riflettere sulle ombre oscure che si celano nella nostra comunità.

«Chi ha rubato la marmellata? Chi sarà? Io non c’ero, non son stato, non son mai venuto qui. A quell’ora vado sempre a far pipì…», cantava in una famosa canzone Bruno Lauzi, sperando di trovare la risposta alla domanda: chi ha rubato la marmellata? Una domanda che turba le menti più brillanti e diventa il centro di ogni conversazione nei punti di ritrovo delle due cittadine. Alcuni, giurando che era in un posto sicuro, sospettano del vicino di casa, sempre così discreto eppure misterioso. Altri, più audaci, puntano il dito verso la vecchia signora che, per settimane, è stata vista con le mani sempre più macchiate di frutta. Eppure, non si può escludere che il furto sia stato perpetrato da una mente, ancora, più raffinata, qualcuno capace di entrare nel cuore della cucina, sottrarre il tesoro e lasciare solo il vuoto, con una tale eleganza che nemmeno un investigatore privato sarebbe in grado di rintracciare.

Il Bassotto Poliziotto ha formulato molteplici ipotesi, ma una cosa è certa: il ladro, chiunque egli sia, è senza scrupoli. Non ha pensato alla sofferenza di chi è rimasto senza il suo vasetto di marmellata al mattino. Non ha riflettuto sul trauma di una colazione incompleta, su come ogni cucchiaino di marmellata mancato possa lasciare un vuoto nell’anima, una scia di amaro che nessuna quantità di caffè potrà mai compensare.

Per non parlare della logistica. Chiunque abbia rubato quella marmellata ha dimostrato un’incredibile audacia. Non si è trattato di un gesto impulsivo, ma di un’operazione pianificata nei minimi dettagli: l’orario, la scelta del barattolo, la delicatezza con cui è stato prelevato dalla dispensa. Questo ladro è un artista, un genio del crimine che, senza alcun rimorso, ha trasformato un semplice frutto in una risorsa illegale. Potrebbe essere l’inizio di una serie di furti? Potrebbe esserci una rete sotterranea di ladri di marmellata, pronta a colpire in tutte le cucine del Mondo? Le implicazioni sono sconvolgenti.

Il nostro cuore, però, non si ferma alla mera condanna. La comunità reagisce con forza. Mentre, il Bassotto Poliziotto indaga, stanno già nascendo gruppi di supporto: “Ritorniamo a mangiare la marmellata in pace“, “Solidarietà per le vittime della marmellata rubata“. I più “colti” stanno elaborando una petizione per chiedere un maggiore controllo nelle cucine e l’introduzione di misure di sicurezza per i barattoli più vulnerabili. Presto saranno disponibili anche dei corsi di autodifesa per marmellata, in modo che ogni cittadino possa imparare a proteggere il proprio “tesoro” domestico.

Non sappiamo chi sia il colpevole, certo è, che, senza quella marmellata, fatta di frutta color verde oliva, molti cittadini stanno andando nel panico, quelli di San Severo, Lucera, ma soprattutto quelli del Nord Tavoliere ed i Monti Dauni, che si congiungono con il Gargano, il Molise e la Campania, verso il casello autostradale di San Severo, facilmente raggiungibile da Lucera e dai Monti Dauni, attraverso la SP 109. Comunque, tra tanto panico resta una certezza: la nostra società non sarà mai più la stessa, perché, la domanda si fa più incerta, pensando a chi ruberà, domani, la prossima marmellata di frutta verde oliva? 

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