Continuano le iniziative del Garante della Privacy sui temi della protezione dei dati personali rivolte agli utenti dei servizi digitali con il suggerimento a spegnere il microfono dello Smartphone per evitare “ascolti indiscreti”.
di Piero Mastroiorio —
Non era solo una fantasia dei soliti complottisti. Non si trattava di fake per attirare like. Non era una battuta quando si diceva “taci che il grande orecchio ti ascolta“. E’ realtà: “i sensori degli smartphone, in particolare i microfoni, possono rimanere attivi anche quando non stiamo utilizzando il nostro dispositivo. In questo modo potrebbero essere utilizzati per raccogliere informazioni, utilizzabili per diverse finalità anche da terzi: ad esempio per attività di marketing. Quello delle app che, tra le autorizzazioni di accesso richieste al momento dell’installazione, inseriscono anche l’utilizzo del microfono, è un fenomeno diffuso. Troppo spesso, come utenti, concediamo questi permessi senza pensarci troppo e senza informarci sufficientemente sull’uso che verrà fatto dei nostri dati“, a dirlo e a mettere in guardia gli utenti è il Grante della Privacy, che ha avviato un’indagine sulle app più scaricate per verificare se acquisiscono dati attraverso il microfono dei nostri smartphone anche quando non lo utilizziamo.
Per non esporci ad ascolti indiscreti, possiamo adottare alcune accortezze come quelle presentate nella pagina informativa, una scheda con finalità divulgative, che si inserisce nel quadro delle attività di educazione digitale di base sui temi della protezione dati personali che fanno parte della missione dell’Autorità, in cui si sottolinea, tra l’altro:
*** Innanzitutto, possiamo valutare di limitare il numero di app sul nostro smartphone, magari decidendo di installare solo quelle che consideriamo davvero utili e/o indispensabili per le nostre necessità quotidiane. Più app installiamo, infatti, maggiore sarà la quantità di dati che verranno raccolti, trattati e potenzialmente diffusi. E non tutte le app garantiscono gli stessi standard di sicurezza e protezione della privacy.
*** Una app può richiedere l’autorizzazione ad accedere a vari sensori e funzionalità (fotocamera, microfono, geolocalizzazione, ecc.) e ai nostri dati (archivio immagini, rubrica, calendario, ecc.). Prima di accettare, chiediamoci sempre se tale accesso è davvero utile e indispensabile per l’utilizzo che faremo della app, oppure se è meglio evitare.
*** Se decidiamo di concedere l’accesso da parte di una app ai sensori e funzionalità del nostro smartphone (fotocamera, microfono, geolocalizzazione, ecc.) e ai dati che contiene (archivio immagini, rubrica, calendario, ecc.), leggiamo sempre PRIMA con attenzione l’informativa sul trattamento dei dati personali, per capire, ad esempio, quali e quanti dati potranno essere raccolti, come potranno essere utilizzati, per quali fini, da chi.
*** Anche quando abbiamo già concesso alle app l’autorizzazione per l’accesso ai sensori, alle funzionalità e ai dati del nostro smartphone, possiamo comunque decidere di disattivare il permesso di utilizzo, magari lasciando attive le autorizzazioni solo per quelle applicazioni per cui possono essere indispensabili o quasi (ad esempio, il microfono per la messaggistica, se si vogliono inviare anche messaggi vocali).