Il Rapporto delle Nazioni Unite sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione rivela come sia in crescita il numero delle persone che soffre la fame, 828.000.000 di persone nel Mondo, come 2.300.000.000 vivono in uno stato di insicurezza alimentare, 3.100.000.000 non possono permettersi una dieta sana e, come 45.000.000 di bambini, al di sotto dei cinque anni, abbiano sofferto di deperimento, la forma più mortale di malnutrizione, che aumenta il rischio di morte dei bambini fino a 12 volte.

di Piero Mastroiorio —

Si sta allontanando sempre più l’impegno mondiale di “Fame zero entro il 2030”, perché i dati, relativi all’anno 2021, rivelano come sia cresciuto, nel Mondo, il numero delle persone che hanno fame: sono 828.000.000, il 9,8% della popolazione mondiale. Stanno aumentando dall’inizio della pandemia, con 2.300.000.000 di persone che hanno vissuto in condizione di insicurezza alimentare e oltre 3.000.000.000 che non hanno potuto permettersi una dieta sana nel 2020. 45.000.000 di bambini sotto i cinque anni soffrono di deperimento. Numeri da choc, quelli diffusi dall’ultimo Rapporto sullo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione, edizione 2022 di SOFI, The State of Food Security and Nutrition in the World, che mostra, tra l’altro, come il Mondo abbia fatto passi indietro negli sforzi per eliminare fame e malnutrizione, sempre più diffusi.

Il rapporto, pubblicato lo scorso 6 luglio, congiuntamente dalla FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, dall’IFAD, Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, dall’UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, dal WFP, World Food Programme, nonché, dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenzia un allontanamento dall’obiettivo di porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme entro il 2030 ed aggiorna sulla situazione della sicurezza alimentare e della nutrizione in tutto il Mondo, comprese le ultime stime sul costo e sull’accessibilità di una dieta sana, come hanno scritto nella prefazione di quest’anno i capi delle cinque agenzie delle Nazioni Unite: «Questo rapporto evidenzia ripetutamente l’intensificarsi di questi principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione: conflitti, shock climatici estremi e economici, combinati con crescenti disuguaglianze. La questione in gioco non è se le avversità continueranno a verificarsi o meno, ma come intraprendere azioni più audaci per costruire la resilienza contro gli shock futuri.».
Come si diceva la fame nel Mondo è un dramma crescente e i numeri diffusi dalle agenzie restituiscono un quadro cupo e allarmante: 828.000.000 di persone hanno sofferto la fame nel 2021: 46.000.000 in più rispetto all’anno precedente e 150.000.000 in più dal 2019.

Dopo essere rimasta relativamente invariata dal 2015, la percentuale di persone affamate è aumentata nel 2020 e ha continuato a crescere nel 2021, raggiungendo il 9,8% della popolazione mondiale, rispetto all’8% nel 2019 e al 9,3% nel 2020. Circa 2.300.000.000 di persone nel Mondo, il 29,3%, hanno vissuto in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave nel 2021, 350.000.000 in più rispetto a prima dello scoppio della pandemia di Covid-19. Quasi 924.000.000 di persone, l’11,7% della popolazione mondiale, hanno affrontato gravi livelli di insicurezza alimentare, un aumento di 207.000.000 in due anni. Continua a crescere il divario di genere: nel 2021 il 31,9% delle donne nel Mondo ha sofferto di insicurezza alimentare moderata o grave, rispetto al 27,6% degli uomini, un divario di oltre il 4%, rispetto al 3% del 2020.
La malnutrizione comprende la sia denutrizione, deficit di sviluppo e deperimento dei bambini e carenze di vitamine e minerali, sia la situazione di sovrappeso e obesità: ci sono quasi 3.100.000.000 di persone che non sono riusciti a permettersi una dieta sana nel 2020, 112.000.000 in più rispetto al 2019, questo è «un riflesso degli effetti dell’inflazione sui prezzi dei generi alimentari al consumo derivante dagli impatti economici della pandemia di COVID-19 e dalle misure messe in atto per contenerla.».
Fra i bambini, il dossier stima come, circa, 45.000.000 di bambini al di sotto dei cinque anni abbiano sofferto di deperimento, la forma più mortale di malnutrizione, che aumenta il rischio di morte dei bambini fino a 12 volte, mentre, 149.000.000 di bambini, al di sotto dei cinque anni, hanno avuto deficit di sviluppo a causa di una mancanza cronica di nutrienti essenziali nella loro dieta, di contro 39.000.000 erano in sovrappeso.

Da segnalare come si stiano facendo progressi nell’allattamento al seno, con quasi il 44% dei bambini di età inferiore ai sei mesi che, in tutto il Mondo, vengono allattati esclusivamente al seno nel 2020, anche se si è al di sotto dell’obiettivo del 50% entro il 2030.
Le proiezioni fanno intuire come l’obiettivo Fame zero sia lontano: nel 2030 quasi 670.000.000 di persone, l’8% della popolazione mondiale, dovranno ancora affrontare la fame, anche prendendo in considerazione una ripresa economica globale. Si tratta di un numero simile al 2015, quando l’obiettivo di porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione entro la fine di questo decennio fu lanciato nell’ambito di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Intanto, come sottolineano le agenzie, la guerra in Ucraina, che coinvolge due dei maggiori produttori mondiali di cereali, di olio di semi e di fertilizzanti «sta sconvolgendo le catene di approvvigionamento internazionali e facendo aumentare i prezzi di grano, fertilizzanti, energia, nonché degli alimenti terapeutici pronti all’uso per bambini, che soffrono di malnutrizione grave. Ciò accade mentre le catene di approvvigionamento sono già colpite negativamente da eventi climatici estremi sempre più frequenti, specialmente nei paesi a basso reddito, e ha implicazioni potenzialmente preoccupanti per la sicurezza alimentare e la nutrizione globali.».

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