NARDINO: «Il più importante compito è quello di donare e regalare atti di Gentilezza ai più piccoli così che a loro volta possano compiere altri atti di Gentilezza senza chiedere niente in cambio.».
di Redazione —
Mai come in questo periodo la Scuola come comunità educante è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale per evitare che si possano sviluppare con comportamenti non gentili o non educati generati da questo periodo di ansia, malessere dovuto all’emergenza epidemiologica, all’uso della DID, alla paura del contagio, al distanziamento sociale. Da qui nasce la necessità di lavorare al recupero della Gentilezza soprattutto nel contesto scolastico proprio con l’uso di buone pratiche gentili, di compiti di Gentilezza.
«Il fine di un ‘compito di Gentilezza’ oltre che didattico deve essere quello di sviluppare proprio nei bambini quelle positività per poi portarle avanti nella vita adulta così da far crescere persone più serene, felici, disponibili alle esigenze degli altri… Incoraggio i miei alunni a leggere, a pensare al personaggio simbolo di Gentilezza, a ricercare immagini, foto inerenti il personaggio scelto con scene e gesti gentili, lavoro sul lessico giocando, con i sinonimi e i contrari, con l’obiettivo ultimo di interiorizzare quei valori, quali la gratitudine, l’amore e farsi promotore e divulgatore di atti di Gentilezza…
Il più importante compito, per me, è quello di donare e regalare atti di Gentilezza ai più piccoli così che a loro volta possano compiere altri atti di Gentilezza senza chiedere niente in cambio», sostiene Nardino Adele Incoronata, insegnante della Gentilezza dell’Istituto Comprensivo “Torelli-Fioritti” di Apricena (Fg), nell’ambito del progetto Costruiamo Gentilezza in diretta radiofonica nello Spazio Costruiamo Gentilezza Compiti della Gentilezza con Luca Nardi, che conclude ricordando una frase del filosofo Seneca: “Ovunque ci sia un essere umano c’è Gentilezza”.