di Piero Mastroiorio —
Un’indagine di Altroconsumo, condotta tra giugno e luglio 2024, intervistando 6.622 cittadini tra i 25 e gli 84 anni, mostra un quadro preoccupante in relazione alla soddisfazione per i servizi forniti dalle ASL, in netto calo rispetto agli anni precedenti, stabile quella per i servizi di Pronto Soccorso, su livelli comunque insoddisfacenti, mentre, anche i medici di base, storicamente apprezzati, stanno mostrando segnali di cedimento.
«L’indagine mette in luce l’insoddisfazione crescente dei cittadini a causa delle gravi criticità del SSN. Abbiamo una sanità pubblica preziosa, ma in crisi per diversi fattori. Tra questi, il definanziamento cronico, che pone il Paese al di sotto della media europea per spesa sanitaria pro-capite, la carenza di personale medico e infermieristico aggravata da condizioni di lavoro difficili e retribuzioni poco competitive e una programmazione insufficiente. Queste criticità ricadono pesantemente sui cittadini. Inoltre le disparità territoriali particolarmente marcate contribuiscono ad aggravare il quadro, con le regioni del Sud maggiormente penalizzate», spiega Altroconsumo.
Secondo l’indagine il servizio delle ASL è quello che riceve i giudizi più negativi, con il 48% degli intervistati insoddisfatti, con la Sardegna (41/100), l’Abruzzo (44/100) e la Basilicata (45/1000) registrano i livelli più bassi di soddisfazione rispetto ai servizi forniti dalle Asl, mentre Emilia-Romagna (61/100), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (60/100), Veneto (58/100) e Toscana (57/100) mostrano i risultati migliori, pur rimanendo solo intorno alla sufficienza.
«I problemi principali riguardano le interminabili liste d’attesa per visite specialistiche, che registrano l’80% di insoddisfatti con un aumento del 19% rispetto al 2019 e i servizi di assistenza domiciliare, con una percentuale di soddisfatti al 14%. Anche la puntualità degli appuntamenti e i servizi infermieristici ambulatoriali risultano problematici», dice Altroconsumo, sottolineando che per i Pronto Soccorso, il 39% dei cittadini si dichiara insoddisfatto. Le principali criticità sono legate alle lunghe attese prima dell’assistenza e dei risultati degli esami, nonché alle condizioni delle sale d’attesa, che ricevono giudizi negativi significativi, ad esempio, per igiene e comfort.
«Un dato significativo è che al 64% delle persone, che sono state al Pronto Soccorso negli ultimi due anni, è stato assegnato un codice bianco o verde, si trattava quindi di “non urgenze” o “piccole urgenze”, sintomo di un’assistenza territoriale inadeguata che contribuisce a intasare i Pronto Soccorso.». I medici di base, invece, rimangono il presidio più apprezzato, con solo il 15% di insoddisfatti e il 55% di soddisfatti. Tuttavia, il giudizio positivo cala per la prima volta di 3 punti rispetto al 2019, solo il 39% ottiene un incontro nello stesso giorno o in quello successivo, rispetto al 65% del 2019.
L’indagine di Altroconsumo sottolinea, ancora, come «l’urgenza di interventi strutturali per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale, aumentando i fondi, migliorando la pianificazione e garantendo l’equità territoriale. In particolare, è prioritario ridurre le liste d’attesa, potenziare i servizi di assistenza domiciliare e migliorare l’accesso ai medici di base, essenziali per la continuità assistenziale.».
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