Cosa accade ai cittadini con l’entrata in vigore del decreto sui nuovi LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, che posticipa al 1° gennaio 2025, l’entrata in vigore prevista per il 1° aprile di quest’anno?
di Redazione —
Nei giorni scorsi, il Ministro della salute di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, hanno firmato il decreto che sposta dal 1 aprile 2024 al 1 gennaio 2025 l’entrata in vigore delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, definite dal Decreto del 23 giugno 2023.
La domanda che viene per prima alla mente è cosa accade ora ai cittadini? La domanda può essere così sintetizzata: i cittadini dovranno ancora aspettare e non tutte le prestazioni introdotte nel 2017 potranno essere erogate a tutti, come pure alcuni nuovi ausili e protesi più innovative.
«Con la nuova proroga all’applicazione del decreto tariffe dei LEA di fatto si limita l’accesso alle prestazioni», dicono da Cittadinanzattiva, che si era mobilitata per evitare la proroga e aveva inviato una lettera aperta al Ministro della Salute insieme all’Osservatorio Malattie Rare, con oltre 90 federazioni e associazioni di pazienti cronici e rari e, che, attraverso le parole della sua segretaria generale, Anna Lisa Mandorino, spiega: «La soluzione alternativa da noi richiesta sul tema, nell’ottica di colmare gli squilibri dal punto di vista delle tariffe rimborsate alle strutture sanitarie senza penalizzare il diritto alla salute dei cittadini, non è stata trovata. A pagare il conto saranno, quindi, ancora una volta, i cittadini che non potranno accedere alle prestazioni, anche innovative, previste dai Lea del 2017 o potranno farlo soltanto in alcune aree del Paese, laddove i conti delle regioni lo permettono.
Come Cittadinanzattiva terremo alta l’attenzione ed avvieremo tutte le azioni necessarie per seguire e stimolare Regioni e Governo affinché diano la giusta priorità ai Lea e lavorino affinché i diritti siano garantiti nei termini stabiliti e sia presto ampliato l’accesso ad ulteriori prestazioni per tutti i cittadini.».
Molte le critiche di associazioni di pazienti e cittadini che denunciano come il rinvio penalizzi chi ha bisogno di cure e prestazioni non ancora garantite e, come spiega Cittadinanzattiva sul suo sito, le motivazioni di tale rinvio sono principalmente due, la prima riguarda la mancanza di risorse finanziarie: «Le Regioni hanno lamentato la mancanza di fondi sufficienti per attuare il nuovo decreto, che prevede l’ampliamento dei LEA e l’introduzione di nuove prestazioni.». L’altra fa riferimento a difficoltà di applicazione del decreto evidenziate da alcune regioni, in particolare per quanto riguarda la definizione dei nuovi nomenclatori e la riorganizzazione dei sistemi informatici.