di Piero Mastroiorio —
Da qualche giorno in città, a San Severo, la ridente cittadina, in Provincia di Foggia, ormai, nota più per essere la città della gentilezza, a chiacchiere, che dell’olio, del vino e del grano, si attende una risposta da parte del sindaco, in relazioni ad alcune accuse comparse su un quotidiano, in danno di un Assessore, di indagini penali a suo carico, smentite dallo stesso, delle sue dimissioni consegnate nelle mani del sindaco, che non sappiamo accettate o meno, in maniera ufficiale. Detto questo, le domande sorgono spontanee, non solo ai cittadini amministrati, i suoi elettori e al Presidente della Commissione di Garanzia e Controllo, che non trovano risposta e le attendono con ansia.
Signora sindaco, perché non riesce ancora a formulare una risposta per chiarire gli accadimenti alla sua città, ai suoi elettori, alla sua parte politica e a quella in opposizione? Perché non chiarisce la posizione del suo Assessore in merito alle accuse e alle sue dimissioni? Signora sindaco, perché non spende due parole in merito alla querela raccontata dal quotidiano? Signora sindaco perché dai segreti si passa al non curanza, con il suo silenzio su un accadimento di così grave portata, attesa la gravità dele accuse sollevate dal quotidiano in danno del suo Assessore e non solo? Signora sindaco, se come afferma il suo Assessore, é tutto falso, perché non è intervenuta e non interviene pubblicamente in difesa del suo Assessore e della Città che rappresenta? Signora sindaco, cosa c’è di vero circa i tanti gravi fatti elencati nell’articolo del quotidiano?
Certo, il silenzio di un sindaco può suscitare interrogativi legittimi e accese discussioni e se da un lato può essere interpretato come una scelta consapevole e ponderata, dall’altro può sembrare una fuga dalle proprie responsabilità. Il comportamento di chi rappresenta un’intera comunità ha un peso notevole e ogni sua parola o assenza può influenzare profondamente l’opinione pubblica. Il silenzio del sindaco è, quindi, una scelta che merita una riflessione attenta, soprattutto considerando le molteplici sfaccettature della politica locale.
Il silenzio del sindaco é, forse, una scelta strategica, per evitare polemiche?
Se così fosse, ha scelto una strategia di prudenza, per contenere la pressione mediatica e le aspettative della cittadinanza, costanti e, quindi, da primo cittadino ha scelto di non esporsi immediatamente su temi divisivi per evitare di alimentare conflitti o fraintendimenti. In questo caso Le dobbiamo un silenzio che potrebbe rappresentare una forma di gestione calma della comunicazione, con l’intento di non farsi travolgere da opinioni o critiche superficiali. Inoltre, questa scelta può anche consentire di raccogliere informazioni, consultarsi con esperti e avere il tempo di elaborare una risposta ben ponderata. Il silenzio potrebbe anche servire a non dare risposte premature che, se errate, potrebbero compromettere ulteriormente la situazione. In tal senso, rimanere in silenzio può essere una forma di responsabilità, un tentativo di evitare errori che possano danneggiare la comunità.
Dopo tanti giorni, signora sindaco, non crede che il suo silenzio sia diventato un problema per la sua squadra, i suoi elettori e la cittadinanza che amministra?
A mio modesto avviso il suo silenzio può risultare dannoso, perché prolungato e riguarda questioni di rilevanza urgente per la comunità. La mancata comunicazione, da parte sua, potrebbe essere percepita come un segno di indifferenza o di inadeguatezza, soprattutto in momenti critici. I cittadini si aspettano che il loro sindaco prenda posizione e fornisca rassicurazioni, indicazioni pratiche o soluzioni concrete, quando si presentano difficoltà o emergenze.
Il silenzio, in queste situazioni, potrebbe minare la fiducia nella leadership e far crescere il malcontento. L’assenza di dichiarazioni, inoltre, potrebbe dare spazio a speculazioni o voci incontrollate, che possono alimentare incertezze e paure. Un sindaco che non si fa sentire rischia di perdere il controllo della narrativa pubblica e di lasciare la comunità senza un punto di riferimento sicuro.
Signora sindaco non crede che un aspetto essenziale sia quello della comunicazione, che deve essere bilanciata e tempestiva?
Non dico che deve parlare sempre e comunque, ma di sapere quando è necessario intervenire per chiarire, spiegare o anche rassicurare la popolazione. In una società democratica, i cittadini devono sentirsi ascoltati e rappresentati, la comunicazione costante e chiara è uno degli strumenti più potenti di cui un sindaco dispone per mantenere il legame con la sua comunità. Il silenzio, sebbene talvolta utile, deve essere scelto con discernimento e mai come una risposta alla paura o alla difficoltà di affrontare la realtà.
Signora sindaco, é vero che ricoprire la carica di Primo cittadino è un tema complesso e sfaccettato, come i suoi silenzi, che, in alcuni casi, possono rappresentare una decisione saggia, mirata ad evitare decisioni impulsive o ad affrontare un momento di incertezza con cautela. Tuttavia, quando diventano un comportamento prolungato o avvengono in momenti in cui è richiesta una guida forte e chiara, possono essere dannosi per la fiducia della comunità e per la reputazione del sindaco stesso. La capacità di un leader locale di dosare il silenzio e la comunicazione è cruciale per il suo successo nel mantenere l’equilibrio tra responsabilità e coinvolgimento della cittadinanza, per cui ci dia le risposte a stretto giro, magari attraverso una conferenza stampa, é stata silenziata, anche, quella di fine anno, durante la quale ci si poteva scambiare gli auguri e gettare le basi per una grande partita, allargata alla cittadinanza, del gioco del silenzio.
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