Molti cittadini sanseveresi conoscono perfettamente la differenza fra piste ciclabili, aree pedonali e autodromi. Tanti altri cittadini pare che non ne conoscano la differenza e pertanto è necessario un approfondimento. Noi genitori dobbiamo assumerci le nostre colpe. La famiglia deve tornare ad essere il perno centrale dell’educazione dei giovani.
di Pietro Albanese —
Appello ai cittadini. Io credo che sia giunto il momento di sederci tutti insieme, genitori e figli al tavolo, magari nelle ore dedicate al desco, per “parlare” di educazione civica.
La mia generazione ha forse dimenticato quando la maestra o il maestro dedicava, durante le ore di lezione alle scuole elementari, qualche minuto al comportamento e alle regole civili da ottemperare affinché la convivenza mantenesse un livello accettabile.
La Storia è lì a dimostrazione che comunità ancestrali avevano e seguivano regole che oggi farebbero invidia a quelle che noi consideriamo civiltà evolute, qualora lo siano.
Tanto per fare un esempio, basterebbe prestare attenzione a quel che fu il popolo di Sumer, del quale poco o nulla si rende pubblico. Sumer, una civiltà nata improvvisamente evoluta, situata nell’ antica Mesopotamia e spesso citata nei libri di Storia come “la Terra della Mezza Luna Fertile“. Tale civiltà godeva di conoscenze, nell’ambito dello scibile umano, avanzatissime.
Gli accademici non sanno ad oggi ancora spiegare l’improvvisa apparizione di un popolo così evoluto, dato il contesto storico di quel tempo.
Questa breve divagazione serve a far notare che a mio modesto parere stiamo procedendo, soprattutto in questi ultimi decenni, verso una “involuzione”, ma torniamo alla nostra San Severo. Ultimamente la polemica concernente il caos cittadino, dovuto al traffico dei mezzi a due o più ruote, si è fatta rovente. Senza entrare più nei dettagli già ampiamente riportati su vari articoli dai quotidiani locali e provinciali, è il caso di esporre alcune considerazioni.
Molti cittadini sanseveresi conoscono perfettamente la differenza fra piste ciclabili, aree pedonali e autodromi. Tanti altri cittadini pare che non ne conoscano la differenza e pertanto è necessario un approfondimento.
Le piste ciclabili sono appannaggio esclusivamente di coloro che, facendo uso di biciclette, godono di quegli spazi o percorsi a loro dedicati. Un gravissimo errore è stato quello di destinare tali percorsi sui marciapiedi che dovrebbero servire ai pedoni, al riparo da qualsiasi mezzo su ruote. I marciapiedi, se ancora non fosse chiaro, servono per circolare “a piedi” e non per essere investiti da bici, motorini, monopattini e quant’altro.
Se si vuole partecipare a corse motorizzate sfrenate, beh in questo caso bisogna frequentare gli autodromi ed altre piste ad hoc.
Piccoli e grandi cittadini devono ficcarsi bene in testa che ogni cosa ha una propria funzione e non si può fare dell’anarchia il mezzo per creare caos.
Da qui nasce l’esigenza di ridare, come spesso accennato, lustro alla città di San Severo. Se vogliamo attirare l’attenzione di investitori e turisti dobbiamo tutti insieme collaborare. Dobbiamo coinvolgere i nostri figli e non lasciarli abbindolare dai nuovi giocattoli tecnologici il cui uso smodato tende ad estraniarli dalla realtà.
Noi genitori dobbiamo assumerci le nostre colpe.
La famiglia deve tornare ad essere il perno centrale dell’educazione dei giovani. Ammettiamolo, non è solo colpa dei figli, ma anche di noi genitori corresponsabili degli errori dei nostri tempi. Non scarichiamo sempre le colpe sugli altri, sulle Amministrazioni, sulle scuole…
Vero è che le Amministrazioni non hanno prestato orecchie alle esigenze dei cittadini.
Vero è che la scuola è stata ed è oggetto di cambiamenti scriteriati che sottopongono gli insegnanti ad uno stress continuo.
Vero è che i giovani sono sempre più sprezzanti, arroganti, violenti…
Troppo facile è sostenere che “quelli” fanno solo i fatti loro.
Insomma, “Ogni Nazione ha il Governo che si merita“(Joseph De Maistre).
Vogliamo che la nostra San Severo torni ad essere quella conosciuta un tempo per le sue eccellenze? Allora facciamoci un bel esame di coscienza e soprattutto che si torni a dialogare con i nostri figli senza se e senza ma.
“Chi è capace di vedere l’intero è filosofo, chi no, no” (Platone).