Partiti oggi, 1 luglio, in Sicilia e domani, 2 luglio, in quasi tutta Italia, fatta eccezione per la provincia autonoma di Bolzano, dove partiranno il 15 luglio, i saldi estivi, fra vademecum delle associazioni consumatori, ottimismo, per la ripresa del turismo e incertezza, per inflazione e caro bollette, con una spesa media a famiglia compresa tra 165 a 202 €.
di Redazione —
Partono domani 2 luglio i saldi estivi non privi di ottimismo, incertezza fra le solite previsioni di spesa da parte di negozianti e consumatori. La Sicilia è stata la prima regione a partire, dove sono partiti già oggi, 1 luglio, seguiranno, domani, sabato 2 luglio tutte le altre, ad eccezione della provincia autonoma di Bolzano, che entrerà in saldo estivo solo dal 15 luglio.
Secondo quanto detto dalla Confcommercio, le previsioni per i saldi estivi, «oscillano quest’anno fra l’ottimismo legato alla libertà di circolazione e alla ripresa del turismo, nelle città sarà fondamentale il ritorno dei turisti stranieri, che darà una spinta al commercio e le preoccupazioni sulla situazione economica, la rincorsa dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, che certo non garantiscono una grande disponibilità di spesa. Ogni famiglia spenderà per i saldi estivi una media di 202 €, 88 € a persona, per un valore complessivo di 3.100.000.000 di €.».
Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia, nel commentare la partenza dei saldi, ha sottolineato che: «le stime di spesa media a famiglia per questi saldi estivi sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno e corrispondono al ritorno del turismo nazionale ed internazionale soprattutto sulle coste e nelle città d’arte. L’acquisto nei negozi di prossimità rappresenta il vero sostegno ai nostri centri urbani in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Anche per questo non è ammissibile una concorrenza sleale dei colossi del web che hanno, peraltro, beneficiato di un’importante rendita di posizione. Chiediamo, quindi, che vengano quanto prima attuati gli accordi internazionali sull’entrata in vigore della global minimum tax. Già questo, sarebbe un primo passo verso un mercato più democratico.».
Più basse le previsioni di spesa della Codacons, che nel parlare di una media di 165 € a famiglia, sottolinea che «I saldi estivi 2022 saranno all’insegna dell’incertezza a causa del caro bollette e dell’emergenza prezzi. Cresce il numero di cittadini intenzionati ad approfittare dei saldi, circa il 60% degli italiani, ma la situazione economica caratterizzata dai forti rincari dell’energia, inflazione alle stelle e carburanti in continua salita influirà sulle scelte dei consumatori, portandoli ad una maggiore prudenza negli acquisti e a contenere il budget da dedicare ai saldi. Un aiuto al commercio arriverà dal turismo straniero. C’è poi da confidare in percentuali di sconto alte. Le vendite, tuttavia, rimarranno al di sotto dei valori pre-Covid e non saranno sufficienti a recuperare il gap con il passato. Nel 2019, secondo le stime degli stessi commercianti, il giro d’affari dei saldi estivi aveva superato i 3,5 miliardi di €.».
Per meglio orientare i consumatori nel mare dei saldi estivi Federazione Moda Italia e Confcommercio hanno stilato un “manuale dei saldi” in cui vengono ricordati alcuni principi di base sui saldi.
Ai commerciati il manuale ricorda che:
cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova dei capi: non c’è obbligo, ma questo è rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Indicazione del prezzo: è fatto obbligo al negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
Modifiche e/o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione.
Ai Consumatori il manuale ricorda che diffidare degli sconti troppo alti e superiori al 50% è buona norma, come lo è conservare lo scontrino, perché l’articolo difettoso deve essere cambiato. Fare attenzione che le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce alla voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Il prezzo deve essere esposto in modo chiaro e leggibile e la merce nuova deve essere separata da quella in saldo. Meglio girare per negozi, prima di comprare, per verificare l’effettività dello sconto praticato e pensarci su con qualche anticipo, come consiglia Codacons: «Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: sarete meno influenzabili dal negoziante e correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Valutate la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento, le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche. Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.».