PATRICIELLO: «Un dottore di ricerca su dieci prosegue il proprio percorso accademico: molti di loro si formano nelle nostre università per poi andare ad arricchire il patrimonio innovativo di altri Paesi. Dobbiamo interrompere questa emigrazione di cervelli, così come avviene nel resto d’Europa.».
di Redazione —
«Il Recovery Plan può e deve essere una grande occasione per il Sud e l’Italia intera, a patto però di farsi trovare pronti. Non basta proporre progetti, bisogna avere le capacità e le competenze per realizzarli. Ecco perché ritengo fondamentale attirare le nostre menti più brillanti all’interno della Pubblica Amministrazione, studiando percorsi ad hoc per valorizzare chi è in possesso di un dottorato di ricerca. Siamo alla vigilia del più grande piano d’investimenti per l’Italia dal dopoguerra. In questo delicato periodo storico, il Paese, il Mezzogiorno, in particolare, ha bisogno del suo capitale umano più qualificato, per intraprendere un importante percorso di rinascita.
Bene ha fatto l’on. Brunetta ad evidenziare questa necessità.
I numeri ci dicono che solo un dottore di ricerca su dieci prosegue il proprio percorso accademico: molti di loro si formano nelle nostre università per poi andare ad arricchire il patrimonio innovativo di altri Paesi. Dobbiamo interrompere questa emigrazione di cervelli, così come avviene nel resto d’Europa.
Il Recovery deve rappresentare il punto d’incontro tra giovani qualificati e un sistema che ha grande bisogno di accelerare il cambiamento. Ecco perché è quantomai necessario aprire le porte della PA ai dottori di ricerca. Siamo ad un bivio e solo se anticipiamo il futuro, scommettendo sul merito, potremmo vincere la sfida della ripartenza»,ha detto Aldo Patriciello, parlamentare europeo e membro del PPE, a proposito dell’annuncio del Ministro Brunetta di voler procedere all’assunzione di personale qualificato in vista dell’arrivo dei fondi europei previsti dal Recovery Plan.