RUBINI: «Il radiofarmaco di nuova introduzione, per lo studio del malassorbimento degli acidi biliari è l’acido tauroselcolico marcato con ‘75Selenio’, grazie al quale si può documentare con certezza e agevolmente, con immagini planari, il malassorbimento degli acidi biliari, consentirà ai gastroenterologi di prescrivere la terapia più adeguata, attraverso una metodica che vanta un’alta sensibilità e specificità ed è in grado di predire la risposta alla terapia.».
di Redazione —
La Medicina Nucleare dell’Ospedale ‘Di Venere‘ è la prima in Puglia a dotarsi di una innovativa metodica diagnostica che dà un contributo prezioso per individuare precocemente determinate patologie gastroenterologiche: si tratta della scintigrafia dell’intestino con acido tauroselcolico, nome commerciale SeHCAT, gold standard, utile alla diagnosi del malassorbimento degli acidi biliari, patologia che colpisce un numero relativamente ridotto di pazienti, ma che può essere individuata agevolmente e rapidamente solo con il metodo scintigrafico.
Grazie al recente rinnovo e ampliamento dell’autorizzazione alla detenzione dei radiofarmaci compreso l’acido tauroselcolico marcato con 75Se, la Medicina Nucleare della ASL di Bari può avvalersi di una modernissima attività diagnostica, non invasiva, a supporto e a beneficio dei gastroenterologi, specie nei casi in cui c’è bisogno di verificare l’ipotesi del malassorbimento degli acidi biliari. Una indagine, questa, dotata di alta specificità e sensibilità, che finora costringeva i pazienti a spostarsi in altre regioni e che, al contrario, d’ora in poi, è a disposizione della utenza della provincia di Bari e dell’intero territorio regionale, anche grazie alla posizione geografica strategica dell’ospedale ‘Di Venere’.
«Il radiofarmaco di nuova introduzione, per lo studio del malassorbimento degli acidi biliari è l’acido tauroselcolico marcato con ‘75Selenio’, grazie al quale si può documentare con certezza e agevolmente, con immagini planari, il malassorbimento degli acidi biliari, consentirà ai gastroenterologi di prescrivere la terapia più adeguata, attraverso una metodica che vanta un’alta sensibilità e specificità ed è in grado di predire la risposta alla terapia», spiega dettagliatamente il dottor Domenico Rubini, direttore della UOC Medicina Nucleare, in cosa consiste il nuovo studio dell’intestino attraverso l’impiego di farmaci radioattivi a fini diagnostici, fondamentale nello studio di numerose patologie, specie in ambito cardiologico, oncologico, neurologico, ortopedico.
Non solo, l’offerta assistenziale della Medicina Nucleare della ASL, che opera soprattutto in ambito cardiaco, con la maggior parte delle 4.000 prestazioni effettuate ogni anno dalla Unità operativa riguardante lo studio delle problematiche cardiovascolari, con la scintigrafia per lo studio della perfusione miocardica, che viene effettuato con una gamma camera ibrida, sistema SPET CT, capace di fornire immagini di altissima qualità, perchè unisce la medicina nucleare con la radiologia CT, sarà presto affiancata da una ulteriore analoga tecnologia, acquisita con fondi PNRR, nonché, ulteriormente potenziata, a partire dal mese di marzo, anche con la terapia medico nucleare delle patologie benigne della tiroide, grazie al recente rinnovo e ampliamento dell’autorizzazione alla detenzione dei radiofarmaci e all’arruolamento di personale esperto. Quello del ‘Di Venere‘ è l’unico centro in provincia di Bari a disporre di tale possibilità terapeutica per le patologie benigne della tiroide, gli ipertiroidismi.