PUGLIA

PUGLIA: oltre al bracconaggio dal 1 ottobre si può sparare anche ad allodole e acquatici

La ZPS e la Capitanata possono beneficiare di 3 Oasi di Protezione richieste ed ottenute dalla LIPU nel Piano Faunistico Venatorio regionale «Si tratta di 3 aree caratterizzate da grandi potenzialità faunistiche e per contro da intensa attività di caccia, oltre che di bracconaggio. Le zone sono strategicamente individuate sul territorio della ZPS nell’ambito della pianificazione della gestione faunistico venatoria», precisano dalla LIPU OdV, Sezione provinciale di Foggia.

di Redazione —

Con la cosiddetta “pre-apertura”, in Puglia la caccia è iniziata per diverse specie già dal primo di settembre e, ai sensi del Calendario Venatorio, dal 1 ottobre è aperta la caccia anche ad Allodole e uccelli acquatici, anatre in particolare. La ZPS, Zona di Protezione Speciale, Paludi presso il Golfo di Manfredonia, definita ai sensi delle direttive comunitarie, ospita zone umide tra le più importanti del Mediterraneo ed  è particolarmente esposta a questo genere di attività venatoria, sia a carico delle specie interessate che di molte altre che subiscono disturbo, se non caccia di frodo. Sebbene la politica delle istituzioni sia tutt’altro che all’altezza delle necessità di tutela delle emergenze faunistiche, la ZPS e la Capitanata può ora beneficiare di 3 Oasi di Protezione richieste ed ottenute dalla LIPU nel Piano Faunistico Venatorio regionale.

«Si tratta di 3 aree caratterizzate da grandi potenzialità faunistiche e per contro da intensa attività di caccia, oltre che di bracconaggio. Le zone sono strategicamente individuate sul territorio della ZPS nell’ambito della pianificazione della gestione faunistico venatoria, da anni invocate dalla LIPU alla Regione», precisa la LIPU OdV, Sezione provinciale di Foggia, riguardo le 3 Oasi di Protezione:

  • Oasi di Protezione Lago Salso –  per circa 589 Ha, realizza una fascia di rispetto ampia fra 300 e 650 m sui versanti sud ed est  della omonima zona umida, funzionale a prevenire il fenomeno del bracconaggio sull’area Parco del lago Salso ma anche a tutela di mosaici agrari  e dell’area costiera (al netto delle urbanizzazioni turistiche), particolarmente frequentati in inverno da aironi, anatre, Allodole, Gru e Chiurli. L’Oasi era stata prevista su iniziativa dalla stessa Regione già nella bozza di Piano Faunistico Venatorio (maggio 2018) ma con un perimetro inadeguato e modificato (bozza di Piano rev maggio 2019) sposando la proposta della LIPU.
  • Oasi di Protezione Foce Carapelle –  per circa 82 Ha. L’area è caratterizzata da un ambiente lagunare costiero con acqua salmastra e pantani retrodunali a sud del villaggio Ippocampo. Annovera specie faunistiche nidificanti (Fraticello, Fratino, Cavaliere d’Italia, Gabbiano roseo, ecc) di prioritario interesse oltre che molte specie di passo e svernanti (limicoli, anatre, fenicotteri). La presenza faunistica purtroppo è sempre stata  precaria a causa della caccia di frodo con appostamenti fissi sulla spiaggia, oltre che disturbo e alterazioni delle preziose praterie di salicornia (habitat di interesse comunitario).
  • Oasi di Protezione Canale Regina –  per 237 Ha a sud di Zapponeta, contigua alle Riserve Naturali Statali “Combattenti” e “Saline di Margherita di Savoia” e alla Azienda Faunistico Venatoria “S. Floriano”. Di assoluta importanza sia per strategica posizione nella prevenzione del pesante bracconaggio alle zone umide confinanti che per la spiccata vocazione faunistica annoverando, a seconda dei periodi, falchi di palude, grillai, anatre, occhioni, chiurli e centinaia di Gru.

La ZPS e queste Oasi di Protezione ricadono in uno dei peggiori Black Spot italiani del bracconaggio, Coste e zone umide pugliesi, individuati nel  “Piano d’azione Nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici”, sottoscritto in conferenza Stato Regioni. Non a caso anche i Carabinieri Forestali, Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Ufficio Comando di Roma, impegnati nella gestione delle Riserve dello Stato e in attività di controllo e repressione degli illeciti contro la biodiversità, nel 2018 si esprimevano autorevolmente a favore della protezione di tali aree nei confronti della Regione, evidenziando tra l’altro che queste «…costituiscono territori cruciali per la tutela dell’avifauna presente nelle Riserve di eccezionale valore zoologico. L’istituzione delle oasi di protezione renderebbe più efficaci i controlli e le azioni per prevenire il bracconaggio e avrebbe cosi sensibili ricadute positive anche sullo stato di conservazione delle aree protette.».
«Un risultato di estrema importanza per la biodiversità in Capitanata, frutto di un impegno volontaristico, qualificato e decennale con cui sono state ricercate, istruite e trasmesse le argomentazioni, dimostrando il valore esponenziale delle aree sul piano conservazionistico oltre che le minacce da bracconaggio e usi impropri», commenta Enzo Cripezzi della LIPU pugliese, sebbene non sia giuridicamente vincolante ai fini del divieto venatorio, il cacciatore è tenuto a conoscere i confini delle aree protette, si spera che al più presto sia realizzata la tabellazione perimetrale di tali aree.

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