di Redazione —
Con la cosiddetta “pre-apertura”, in Puglia la caccia è iniziata per diverse specie già dal primo di settembre e, ai sensi del Calendario Venatorio, dal 1 ottobre è aperta la caccia anche ad Allodole e uccelli acquatici, anatre in particolare. La ZPS, Zona di Protezione Speciale, “Paludi presso il Golfo di Manfredonia”, definita ai sensi delle direttive comunitarie, ospita zone umide tra le più importanti del Mediterraneo ed è particolarmente esposta a questo genere di attività venatoria, sia a carico delle specie interessate che di molte altre che subiscono disturbo, se non caccia di frodo. Sebbene la politica delle istituzioni sia tutt’altro che all’altezza delle necessità di tutela delle emergenze faunistiche, la ZPS e la Capitanata può ora beneficiare di 3 Oasi di Protezione richieste ed ottenute dalla LIPU nel Piano Faunistico Venatorio regionale.
«Si tratta di 3 aree caratterizzate da grandi potenzialità faunistiche e per contro da intensa attività di caccia, oltre che di bracconaggio. Le zone sono strategicamente individuate sul territorio della ZPS nell’ambito della pianificazione della gestione faunistico venatoria, da anni invocate dalla LIPU alla Regione», precisa la LIPU OdV, Sezione provinciale di Foggia, riguardo le 3 Oasi di Protezione:
La ZPS e queste Oasi di Protezione ricadono in uno dei peggiori Black Spot italiani del bracconaggio, Coste e zone umide pugliesi, individuati nel “Piano d’azione Nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli selvatici”, sottoscritto in conferenza Stato Regioni. Non a caso anche i Carabinieri Forestali, Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Ufficio Comando di Roma, impegnati nella gestione delle Riserve dello Stato e in attività di controllo e repressione degli illeciti contro la biodiversità, nel 2018 si esprimevano autorevolmente a favore della protezione di tali aree nei confronti della Regione, evidenziando tra l’altro che queste «…costituiscono territori cruciali per la tutela dell’avifauna presente nelle Riserve di eccezionale valore zoologico. L’istituzione delle oasi di protezione renderebbe più efficaci i controlli e le azioni per prevenire il bracconaggio e avrebbe cosi sensibili ricadute positive anche sullo stato di conservazione delle aree protette.».
«Un risultato di estrema importanza per la biodiversità in Capitanata, frutto di un impegno volontaristico, qualificato e decennale con cui sono state ricercate, istruite e trasmesse le argomentazioni, dimostrando il valore esponenziale delle aree sul piano conservazionistico oltre che le minacce da bracconaggio e usi impropri», commenta Enzo Cripezzi della LIPU pugliese, sebbene non sia giuridicamente vincolante ai fini del divieto venatorio, il cacciatore è tenuto a conoscere i confini delle aree protette, si spera che al più presto sia realizzata la tabellazione perimetrale di tali aree.
Migliorare la vivibilità delle città, il loro futuro incerto, é legato al fatto che le…
BUONCRISTIANO: «Ciò che mi fa più rabbia è l'aver assistito durante la scorsa tornata elettorale…
OSA POLIZIA: «Oggi, possiamo affermare, ancora, con più forza, suffragati da le numerose sentenze dei…
AMEDEI: «La disponibilità idrica della “Diga di Occhito”, alla data del 22 novembre 2024, parla…
CAIVANO: «Un disastro totale, il Sud è abbandonato. Le forze politiche nazionali sono totalmente assenti.…
Il CNDDU, Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina Diritti Umani, segnala il progetto “inclusivitàinmovimento” che consiste…