BELLOMO: «Credo che una riflessione in tal senso vada fatta, anche per non perseverare diabolicamente nei troppi errori del passato, quanto meno in termini di opportunità, che si ripetono con una frequenza che imbarazza.».
di Redazione —
«Il mio garantismo certamente non vacilla, neppure in presenza dell’ennesima inchiesta giudiziaria che coinvolge un’Agenzia regionale, ma è chiaro che esiste una vera e propria questione morale che investe anche le scelte che vengono fatte.
Fa bene il presidente Emiliano a chiedere continuamente le dimissioni di questo o quel direttore generale, una volta per assunzioni familistiche, un’altra per concorsi sospetti o per presunti appalti truccati, ma è evidente che c’è qualcosa che non va, così come è altrettanto innegabile che non sempre i requisiti di professionalità e trasparenza che servirebbero per rivestire ruoli apicali vengono valutati con la dovuta attenzione.
Credo che una riflessione in tal senso vada fatta, anche per non perseverare diabolicamente nei troppi errori del passato, quanto meno in termini di opportunità, che si ripetono con una frequenza che imbarazza.
Così come non meno stupore desta l’atteggiamento di quei movimenti politici che un tempo, per episodi del genere, avrebbero fatto una gran gazzarra, sarebbero saliti sul tetto del palazzo della Regione, avrebbero professato con veemenza da tastiera una presunta diversa moralità. Il tempo cambia le stagioni e la gente, qualche volta si porta via anche il consenso», dice Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia, riguardo gli ultimi accadimenti che hanno investito un’Agenzia regionale.