SLG-CUB Poste, per salvaguardare l’esistenza e la serietà dei posti di lavoro, per tutelare il servizio pubblico e i lavoratori, segnalando lo sciopero nazionale degli straordinari, che, iniziato lo scorso 16 marzo, terminerà il prossimo 15 aprile, dichiara lo sciopero nazionale di 24 ore, per l’intera giornata del 28 marzo 2023.
di Redazione —
«Sono anni che ‘Poste Italiane’ realizza ricavi e utili miliardari, trasformandoli in dividendi per i soci azionisti, ma questo è avvenuto riducendo il personale all’osso, la carenza attuale è di 90.000 unità, per pagare meno spese in stipendi, chiudendo le strutture lavorative (tra cui 1.900 uffici postali), sfruttando il precariato (con migliaia di CTD), risparmiando sulla fornitura di attrezzature, per il lavoro e per la sicurezza.
Tutto ciò i lavoratori lo hanno pagato e lo pagano con stress continuo, malattie e infortuni. E, oltretutto, chi sviluppa problemi di salute viene trattato nel modo peggiore, anche con trasferimenti a distanze proibitive», scrivono in una nota, inviata agli organi di informazione, le rappresentanze di CUB-Poste, annunciando lo sciopero nazionale di 24 ore, che si terrà nell’intera giornata del 28 marzo 2023, con inizio dal turno notturno montante nella serata del giorno 27 e, segnalando lo sciopero nazionale degli straordinari, che iniziato lo scorso 16 marzo terminerà il prossimo 15 aprile 2023, per la regione Veneto termina il 13 aprile, sottolineando come «sul piano economico, poi, lo stipendio di un dipendente postale medio garantisce a malapena la sopravvivenza.
È questa la realtà effettiva di ‘Poste Italiane’, non quella che viene diffusa in modo pubblicitario, con grandi eventi scenografici, partecipati addirittura da politici nazionali di sostegno, e con le pubblicazioni sui giornali e sul tg interno “TGPoste” di storielle dorate, con lavoratori postali sereni e felici.
Gli unici a essere felici sono i soci privati che, dal 2015, detengono il 35% delle quote azionarie di ‘Poste Italiane’, incamerando dividendi sempre più corposi, mentre i lavoratori e gli utenti vengono rovinati. Questa situazione è stata possibile grazie alla collaborazione di quei sindacati che avrebbero dovuto proteggere i lavoratori, denunciando l’atteggiamento aziendale e lottando per cambiarlo, e invece li hanno gettati in pasto alla strategia speculativa dell’azienda, che così ha aumentato gli utili penalizzando il personale e il servizio pubblico. Infatti, la maggioranza dei rappresentanti sindacali ‘RSU’, riferibili a quei sindacati, sono stati, praticamente, latitanti o consenzienti, per anni, senza denunciare ovunque queste situazioni, lasciando che l’azienda mantenesse il suo atteggiamento, con lavoratori rovinati nella salute e nella serenità, e lasciando che circolassero liberamente notizie surreali sul “favoloso” benessere del personale, così coprendo la realtà della disperazione di molti lavoratori, che cercano di fuggire da un contesto insopportabile, anche licenziandosi, con incentivi economici, oppure licenziandosi e basta.
Non solo.
Il 30 aprile del 2026 cesserà l’obbligo per ‘Poste Italiane’ di svolgere il servizio universale e non tutti lo dicono. Questo comporterà che l’azienda non dovrà più coprire il territorio nazionale e potrà disfarsi della maggioranza del personale, mantenendo solo la presenza nei centri urbani più redditizi. Per questo motivo, l’interesse aziendale a ridurre il personale è prioritario, rispetto a quello di assumere seriamente e garantire un servizio pubblico di livello europeo. Ecco perché prosegue la chiusura degli uffici postali e l’incivile sistema di consegna della posta “a giorni alterni e rarefatti”, a cui si deve aggiungere il continuo aumento delle tariffe. In questo modo si esasperano gli utenti, con i ritardi postali e le file estenuanti agli uffici postali, per giunta, pagando i servizi a caro prezzo, spingendoli così alla conversione digitale, tramite i pagamenti elettronici, le PEC, gli accrediti su CCP ed altri servizi on line, tutti forniti da ‘Poste Italiane’. Anche per i pacchi, ‘Poste Italiane’ ha già eseguito le sperimentazioni, nella campagna torinese, con l’utilizzo dei droni.
Di questo passo, se non verrà riconfermato l’obbligo del servizio universale, per ‘Poste Italiane’, e, se non verranno riqualificati i servizi postali e gli uffici postali, con le assunzioni necessarie di personale stabile, da prelevare dalla esistente graduatoria di ex precari in attesa, invece di chiamarne altri nuovi, cioè se non si punterà ad avere un servizio pubblico universale di livello europeo, al pari degli altri Paesi, il destino di Poste Italiane sarà sempre più quello di un’azienda di servizi digitali e di altre tipologie gestite senza contatti fisici, con pochissimi dipendenti, lasciando senza presidi di servizio le comunità territoriali che siano al di fuori dei grossi centri urbani.
‘SLG-CUB Poste’, per salvaguardare l’esistenza e la serietà dei posti di lavoro, per tutelare il servizio pubblico e i lavoratori
STANCHI delle INSOPPORTABILI condizioni di lavoro per recapito, sportelleria, smistamenti, amministrativi e altri settori.
STANCHI di subire vessazioni, usati come pupazzi usati per le strategie speculative della dirigenza postale.
STANCHI, di essere trattati senza rispetto, senza personalità, senza dignità e senza umanità.
STANCHI di un sistema di rappresentanza sindacale RSU, che è servito a realizzare tutto questo, dichiara la sciopero nazionale degli straordinari, dal 16 marzo al 15 aprile, e lo sciopero nazionale di 24 ore, per l’intera giornata del 28 marzo, per chiedere e ottenere il rispetto per i lavoratori e attenzione politica, dal governo e dal parlamento, per la riconferma dell’obbligo del servizio universale a ‘Poste Italiane’, per le assunzioni necessarie a colmare seriamente la carenza di organico, per la difesa dei posti di lavoro e per la tutela della salute e delle condizioni di lavoro, per una rappresentanza sindacale non condizionata dalle strategie aziendali.».