SINDACATI: «Le condizioni di estremo disagio risentite dai colleghi e la grave compromissione della sicurezza degli istituti penitenziari, ancor più aggravate da una intollerabile compressione delle relazioni sindacali, hanno costretto queste rappresentanze ad indire lo stato di agitazione del personale e ad interrompere tutte le trattative a livello nazionale, di provveditorato e in ogni istituto penitenziario. In assenza di urgentissimi interventi, la mobilitazione del personale culminerà con una manifestazione nazionale di protesta.».
di Redazione —
«La stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, rappresentativa del 95% del personale, ha registrato un’inaccettabile inerzia del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria rispetto alla gravissima emergenza delle carceri, soprattutto in relazione alle aggressioni subite dai poliziotti penitenziari e, in particolare, rispetto ai recenti eventi critici verificatisi a Firenze Sollicciano e Frosinone.
Ad avviso delle scriventi organizzazioni, la politica penitenziaria sta compromettendo seriamente l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari, purtroppo, a discapito dell’incolumità fisica e psicologica del personale della Polizia Penitenziaria.
Le condizioni di estremo disagio risentite dai colleghi e la grave compromissione della sicurezza degli istituti penitenziari, ancor più aggravate da una intollerabile compressione delle relazioni sindacali, hanno costretto queste rappresentanze ad indire lo stato di agitazione del personale e ad interrompere tutte le trattative a livello nazionale, di provveditorato e in ogni istituto penitenziario.
In assenza di urgentissimi interventi, la mobilitazione del personale culminerà con una manifestazione nazionale di protesta», si legge a firma di Capece per i SAPPE, Beneduci per l’OSAPP, De Fazio per la UIL.PA., Santini per il SINAPPE, Moretti per la USPPI, Vespia per la CISL e Branchi per la CGIL.FP.