Alcuni sondaggi rivelano come la coalizione di Centrodestra, sia in vantaggio sulla rivale, con un netto 46,2%, come Mario Draghi prenda un netto 54,2% di sfiducia e come gli italiani, preferiscano Giorgia Meloni ad Enrico Letta, come prossimo presidente del Consiglio, 46,4% contro 32,9%.
di Piero Mastroiorio
A quattro giorni dall’inizio della campagna elettorale, 26 agosto, che prevede affissioni di manifesti, comizi e via dicendo, della durata di un mese, terminerà due giorni prima del voto, quindi alla mezzanotte del 23 settembre, l’ultimo giorno prima del voto, il 24 settembre, tradizionalmente dedicato al silenzio elettorale, per consentire agli elettori di ponderare la scelta, che dovrà avvenire in una sola giornata, quella di domenica 25 settembre, che, porterà, prevedibilmente entro la mezzanotte ai primi exit poll, quindi, ai risultati finali di lunedì 26 settembre 2020, la situazione delle forze in gara ad una manciata di ore dalla consegna definitiva delle liste vede, per quanto riguarda le intenzioni di voto dell’ultimo dei sondaggi elettorali realizzati da Termometro Politico, con metodo Cawi tra il 16 e il 18 agosto su 4900 rispondenti ed un margine di errore compreso tra +/-3%, Fratelli d’Italia confermarsi al primo posto, stabile al 24,3%, sopravanzando del 0,8% il principale rivale, il PD, che cresce di mezzo punto rispetto all’ultima rilevazione e si porta al 23,5%, va ricordato e sottolineato che, il dato del PD include anche Articolo 1, PSI e altre forze minori.
Segue la Lega, al 14,3%, in calo, di alcuni decimali, come è in calo anche il Movimento 5 Stelle, all’11,1%.
Sostanzialmente ferma, al 7,3%, è Forza Italia, mentre esordisce l’unione di Azione ed Italia Viva, al 4,9%, un po’ meno di quello che si sarebbe aspettati facendo la somma delle intenzioni di voto precedenti, anche eliminando dal conteggio +Europa, ora sola all’1,9%.
Sinistra Italiana e Verdi crescono di pochissimo e sono al 2,6%, rimanendo, comunque, sotto la soglia del 3%, come Italexit, al 2,4%.
Sotto il 2% tutti gli altri partiti, che, però devono ancora dimostrare di potersi presentare alle elezioni, perché è alla mezzanotte di questa notte, 22 agosto, che scade il termine ultimo per la presentazione delle firme, che vede impegnate le compagini di Italexit, Italia Sovrana e popolare, Unione Popolare, Alternativa per l’Italia, Noi Moderati e Impegno Civico.
I sondaggisti di Termometro Politico hanno, anche, chiesto agli italiani che coalizione voterebbero se dovessero scegliere solo questa e non i singoli partiti e le risposte hanno dato risultati non difformi dal voto precedente, soprattutto per centrodestra e centrosinistra, che hanno il 46,2% e il 28,1%.
Non desta scalpore la risposta alla domanda sulla fiducia riposta nell’ex premier Mario Draghi che prende un netto “no, per nulla” al 34,8%, che porta ad un totale di 54,2% di italiani che non no si fidano, contro il 44,8% di quelli che si fidano.
Riguardo alla questione dell’alleanza Pd-M5S questa appare essere incompatibile per quasi un italiano su due, anche, se Letta ha parlato di “rottura irreversibile” e Conte non ha escluso “un dialogo in futuro”.
TP chiude la questione con il sondaggio realizzato tra il 26 e il 28 luglio, che vede il 34,3% degli intervistati escludere un’alleanza tra i due partiti, perché le loro agende politiche sono incompatibili viste anche le diversità di vedute sul governo Draghi mentre un ulteriore 14,2% ritiene che i DEM abbiano più punti in comune con il centro liberale che con i pentastellati.
Appena il 14,2% scommette ancora su un’alleanza tra PD e M5S, mentre un terzo degli intervistati dichiara di non essere interessato alla questione.
Concludiamo con una domanda ad ampio respiro posta agli intervistati relativa a chi vincerà le elezioni, che vede otto italiani su dieci rispondere in maniera scontata che a vincerle sarà Centrodestra, tanto che, per il 44,3% degli intervistati, avrà la maggioranza assoluta dei seggi e farà il nuovo governo, mentre per il 36,9% avrà più seggi, ma non la maggioranza assoluta. Alla possibile vittoria del Centrosinistra e suoi alleati ci crede solo il 7,6% degli intervistati. Di conseguenza, per gli intervistati il 39,7% vede giusto che a guidare il governo sia il leader del partito più votato della coalizione, per il 24,5% deve essere una figura unificante e moderata, non divisiva e non necessariamente leader di un partito della coalizione, mentre per il 3,1% deve essere il leader più votato del Centrodestra, ma solo se prende più voti della somma degli alleati. Giorgia Meloni, con questi presupposti, può stare tranquilla e rallegrarsi anche forte di un altro dato: gli italiani la preferiscono ad Enrico Letta come prossimo presidente del Consiglio, 46,4% contro 32,9%.