L’inflazione non si ferma, il PIL è in calo a luglio, i consumi sono in crisi, Confcommercio vede un forte rallentamento nell’economia italiana, con le famiglie che stanno ridimensionando le spese.
di Redazione —
«L’economia italiana, che pure ha mostrato nella prima parte dell’anno grande vivacità, ha cominciato a evidenziare segnali di un possibile forte rallentamento», si legge nella Congiuntura Confcommercio, che, nello stimare, a luglio, il PIL, Prodotto Interno Lordo, in calo dello 0,6%, rispetto a giugno e con una crescita nulla su base annua, attraverso le parole del suo direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, spiega i risultati dell’analisi diffusa lo scorso 19 luglio 2022, sottolineando che. «Il rallentamento dell’economia non sorprende se ci si aggiunge anche la crisi politica italiana. I mesi estivi si sono aperti all’insegna di un preoccupante clima d’incertezza. Il quadro internazionale appare ancora molto complesso e non si intravedono segnali di risoluzione del conflitto in Ucraina. I mercati delle materie prime continuano ad essere attraversati da molteplici turbolenze, elemento che contribuisce a rendere molto complicata l’individuazione della fine della fiammata inflazionistica che sta coinvolgendo tutte le principali economie.».
Le famiglie stanno adottando un atteggiamento più prudente verso i consumi, per molti versi ridimensionati anche nel carrello della spesa alimentare, come spiega Bella: «Non vanno trascurati alcuni elementi che potrebbero rappresentare il primo segnale di un atteggiamento più attento delle famiglie. Anche a giugno 2022 la domanda si è concentrata verso il recupero della componente relativa ai servizi, +11,9% nel confronto annuo, soprattutto, quelli legati al turismo e al tempo libero. Per i beni, -3,3% su giugno 2021, la situazione si conferma articolata. Se per l’automotive il dato dell’ultimo mese consolida una crisi, che si protrae ormai da un anno, per altri, come l’abbigliamento, le calzature e alcuni non durevoli per la casa, il calo dell’ultimo mese conferma le difficoltà che la domanda di questi beni ancora incontra. Se la stagione dei saldi appare moderatamente favorevole, per gli alimentari si sono consolidati i segnali di ridimensionamento della domanda; non si tratta più solo di una sostituzione a favore dei consumi fuori casa: è presente anche un effetto prezzo decisamente negativo.».
Intanto l’inflazione continua a crescere, a luglio, rispetto al mese precedente, la Confcommercio stima un aumento dei prezzi al consumo dello 0,7%, con una crescita che arriva all’8,2% rispetto al 2021. I comportamenti di spesa delle famiglie ne risentiranno, con l’aumento del peso delle spese obbligate e molte rinunce, come conclude direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella: «Il perdurare di questa situazione, con dinamiche dei prezzi particolarmente accentuate per molti beni e servizi per le quali le famiglie hanno margini limitati nella compressione dei relativi consumi, non potrà non influire sui comportamenti delle famiglie. L’espansione della quota destinata alle spese obbligate, in un contesto di stagnazione o riduzione del reddito disponibile, è destinata a riflettersi sulla domanda di quella parte dei consumi liberi che, soprattutto per quanto attiene ai servizi, sono ben lontani dall’avere recuperato i livelli del 2019.».