BRANDI: «Chiediamo al Governo italiano di dissociarsi immediatamente da una proposta autoritaria e dittatoriale, che vorrebbe imporre il pensiero unico delle lobby Lgbt anche scavalcando le Costituzioni e i diritti inviolabili dei più piccoli.».
di Redazione —
«E’ assurdo che il Parlamento Europeo faccia pressioni sugli Stati Membri su un tema, come le unioni Lgbt e l’omogenitorialità, che sono espressamente riservati alla sovranità nazionale, mentre è incapace di assicurare, ad esempio, un’armonizzazione delle misure sanitarie per far fronte all’emergenza, si pensi alla grande varietà di posizioni degli Stati in tema di Green pass, obblighi vaccinali, ecc. che si riflettono anche sulla libertà di circolazione nell’UE», è il commento di Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sulla Risoluzione UE che invita i Paesi dell’Unione a riconoscere le coppie formate dallo stesso sesso come “coniugi” e, se ci sono figli, come “entrambi genitori”.
«Un’ingerenza che viola l’Art. 9 della Carta dei Diritti fondamentali dell’UE, scavalcando la volontà sovrana dei popoli e i principi costituzionali degli Stati che hanno voluto espressamente tutelare la famiglia naturale (tra uomo e donna) nelle loro Costituzioni», sottolinea il vicepresidente Jacopo Coghe, che denuncia: «L’impegno che si chiede, ovvero, quello di “riconoscere come genitori legali gli adulti menzionati nel certificato di nascita di un bambino”, porterebbe risultati devastanti in tutti gli Stati, come l’Italia, dove l’omogenitorialità non è riconosciuta.».
«Chiediamo al Governo italiano di dissociarsi immediatamente da una proposta autoritaria e dittatoriale, che vorrebbe imporre il pensiero unico delle lobby Lgbt anche scavalcando le Costituzioni e i diritti inviolabili dei più piccoli», conclude Toni Brandi.