PAZIENZA: «… l’Ente Parco è già impegnato nell’organizzare delle attività sul campo per ridurre i danni da fauna selvatica attraverso la mitigazione della presenza di certi tipi (in particolare, di cinghiali). A ciò si aggiunga, anche l’attività di mitigazione del randagismo canino… Nel contempo bisogna procedere a una modificazione normativa che consenta di riconoscere agli agricoltori e agli allevatori del territorio il diritto al risarcimento integrale del danno effettivamente subito e non, invece, a un indennizzo, che, a conti fatti, si attesta su circa il 50%.».
di Redazione —
Sulle alture del Gargano e, ormai, anche nelle zone collinari e in pianura, gli impatti derivanti dalla presenza di lupi, cinghiali e, più iin generale, di fauna selvatica sono notevolmente aumentati. Nel territorio del parco nazionale del Gargano, tra il 2016 e il 2020, le richieste di pagamenti per aver subito danni da fauna selvatica sono cresciute di circa il 200%. Solamente nell’ultimo anno, le imprese del comparto agro-zootecnico hanno presentato domande di pagamenti per un ammontare complessivo di circa 300.000 €. Questa problematica è attualmente oggetto di grande attenzione da parte dell’Ente parco nazionale del Gargano che, nell’ambito delle sue competenze e possibilità, non manca di manifestare il suo effettivo sostegno agli operatori del comparto.
Nei giorni scorsi il presidente dell’Ente Parco, Pasquale Pazienza ha invitato i parlamentari della provincia di Foggia a un incontro nella sede di Monte Sant’Angelo per chiedere il loro aiuto e la più ampia collaborazione nell’affermare dei percorsi risolutivi del problema. Dopo aver presentato le dinamiche del fenomeno e aver evidenziato che, tra le altre cose, esso rappresenta una condizione di oggettivo disagio per gli abitanti del territorio e per i turisti/visistatori, Pazienza ha chiesto di compiere ogni sforzo utile a modificare la normative attuale per consentire il passaggio dal regime d’indennizzo, oggi in essere, a quello risarcitorio, affermando che «… nell’area del Parco occorre procedere con l’individuazione e l’adozione di politiche d’intervento sia di breve che di medio/lungo termine ed evitare che le politiche di conservazione portate avanti dall’Ente Parco possano trovare resistenze sul fronte della loro accettabilità sociale. In una logica di breve periodo, l’Ente Parco è già impegnato nell’organizzare delle attività sul campo per ridurre i danni da fauna selvatica attraverso la mitigazione della presenza di certi tipi (in particolare, di cinghiali). A ciò si aggiunga, per via parallela, anche l’attività di mitigazione del randagismo canino già avviata nei mesi precedenti in collaborazione con il Dipartimento di prevenzione della ASL Foggia. Nel contempo bisogna procedere a una modificazione normativa che consenta di riconoscere agli agricoltori e agli allevatori del territorio il diritto al risarcimento integrale del danno effettivamente subito e non, invece, a un indennizzo, che, a conti fatti, si attesta su circa il 50%.».
A riguardo, Pazienza ha ritenuto di evidenziare che «…se l’ambiente è, come effettivamente è, un bene pubblico, la sua conservazione deve essere oggetto di interesse pubblico e, quindi, su di esso va convogliata un’adeguata spesa pubblica per evitare che i costi della conservazione vengano traslati, anche se per quota parte, sugli operatori del comparto agro-zootecnico. Questa è una cosa che non può e non deve accadere.».
All’incontro erano presenti, presso la sede dell’Ente parco, i deputati Giorgio Lovecchio e Antonio Tasso, la senatrice Gisella Naturale e, in rappresentanza dei Sindaci della Comunità del Parco, Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis, mentre erano collegati in videoconferenza, l’on. Michele Bordo e l’assessore del comune di Vieste Dario Carlino.
La Senatrice Gisella Naturale, componente della Commissione Agricoltura del Senato, nell’augurarsi che il Parco possa fare un monitoraggio della fauna selvatica (lupi) e degli incroci con il randagismo (ma anche delle ibridazioni dei cinghiali), ha evidenziato che «il Ministro Patuanelli ha già specificato che lo Stato non deve risarcire il danno, ma deve evitare che i danni ci siano ed è sua responsabilità evitarli e contenerli; quindi lo sforzo maggiore deve essere fatto nel contenimento dei danni con piani di controllo e monitoraggio del numero delle specie in stretto contatto e sotto la supervisione dell’ISPRA. Pertanto non potranno mai esserci risarcimenti, anche, perchè già nel 2019, con il regolamento europeo n. 316/2019 si è aumentato il risarcimento a 25.000 € nel triennio per singola azienda e, pertanto, si è cercato di dare un quid in più proprio per venire incontro alle aziende in caso di calamità naturali e i danni da fauna rientrano in quelle situazioni esterne da preventivare come rischio di azienda. Quando si è fatto richiesta al governo di passare al risarcimento, è stato detto che ciò non è possibile sulla base della citata normativa europea.».
«E’ necessario trovare soluzioni comuni per prestare attenzione alle richieste degli allevatori, degli agricoltori e delle istituzioni locali. Bisogna assumere provvedimenti di contenimento concreti, perché il problema è molto sentito. Sul piano giuridico ci vuole subito una deroga al normale regime di tutela di questi animali. La questione va affrontata con grande determinazione così come è stato sottolineato dal presidente Pazienza. Purtroppo i danni sono pagati in misura insufficiente per ben ristorare agricoltori e allevatori dei danni subiti. Capisco che non sia una decisione semplice da assumere e che politicamente possa risultare impopolare, soprattutto in territori montani come quello del Parco del Gargano, ma se non si prende atto della gravità del fenomeno e delle irreversibili implicazioni derivanti dalla sua inarrestabile diffusione, gli attacchi dei lupi nei pascoli della nostra Regione continueranno a minacciare i delicati equilibri della nostra economia agrozootecnica. Occorre fare uno sforzo, perchè si cerchi di comprendere se ci sono le condizioni, dal punto di vista normativo, per passare dall’indennizzo al risarcimento e verificare se ci sono le condizioni per noi parlamentari, per presentare un emendamento specifico oltre che avviare delle interlocuzioni serie con il Governo. C’è già una giurisprudenza che va nella direzione auspicate dall’Ente parco. È successo già in un giudizio in Puglia; quindi i giudici stanno già creando le premesse, perchè si vada verso il risarcimento. Pertanto sarebbe auspicabile che intervenissimo per tradurre in un intervento legislativo il passaggio al risarcimento. In aggiunta a ciò dobbiamo fare ogni sforzo per intervenire alla radice allargando questo tavolo istituzionale anche alle competenze della Regione e della Provincia, consentendo a ciascuno di fare la propria parte. Troveremo una soluzione; l’economia agricola e zootecnica del nostro territorio è troppo importante. Cercheremo di arrivare ad una sintesi con la Regione Puglia, pensando anche a interventi di medio termine», è il commento. In sintesi, dell’on. Michele Bordo, intervenuto in collegamento da Roma.
A seguire, nel suo intervento l’on. Tasso, prendendo atto della relazione del presidente Pazienza, ha riferito di essere d’accordo sulle misure di contenimento indicate dal ministro Patuanelli, ma «… ora abbiamo un problema e l’unico passaggio necessario è passare dal sistema dell’indennizzo ad un sistema risarcitorio; l’altra direttrice è quella della prevenzione dei danni, su cui si deve lavorare e allargare il tavolo di discussion, come accennava l’onorevole Bordo, anche ad altri soggetti come la Regione Puglia, l’ente Provincia, il Comando dei Carabinieri forestali, la ASL, le associazioni ambientaliste e venatorie così da alimentare un confronto costruttivo e dialettico.».
Sulla questione è intervenuto anche l’on. Giorgio Lovecchio che, prendendo atto di quanto rappresentato dal Presidente Pazienza e, del parziale ristoro dei danni effettivamente subiti da agricoltori e allevatori, fa presente la sua disponibilità ad «intervenire in sede ministeriale, coi colleghi parlamentari, per poter andare incontro al crescente malcontento di agricoltori e allevatori.».
L’ultimo intervento è stato quello di Michele Merla, in rappresentanza dei Sindaci della Comunità del Parco, il quale ha dichiarato «A nome dei 18 Sindaci, desidero ringraziare il Presidente Pasquale Pazienza per l’organizzazione del tavolo tecnico-istituzionale con i parlamentari del territorio sul tema dei danni causati dalla fauna selvatica. Tema molto sentito dagli operatori economici e dai cittadini che abitano il Gargano. I Sindaci auspicano un sollecito intervento degli organi politici competenti sulla questione del risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica, prevedendo, in luogo dell’attuale indennizzo, un più giusto risarcimento. Un problema che condiziona i rapporti tra il Parco Nazionale del Gargano e i titolari di aziende agricole del territorio. In questo quadro di riferimento risulta anche necessaria la nomina, da parte del Ministero della Transizione Ecologica, dei rappresentanti del territorio (i Sindaci) all’interno degli organismi rappresentativi dell’Ente, prevista dalla legge istitutiva e fondamentale al fine di rafforzare quei presidi di ascolto del territorio e di condivisione utili a rappresentare le esigenze del territorio.».