L’operazione “Verum et Oleum” ha portato alla denuncia di dieci persone e alla contestazione di 33 violazioni amministrative, relative alla tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria ed al mantenimento del requisito di tracciabilità, per un importo complessivo di oltre 10.000.000 di € destinati al gettito erariale.
di Redazione —
Nell’operazione “Verum et Oleum”, a tutela della produzione nazionale di olio extravergine d’oliva, la Guardia di Finanza e l’ICQRF, Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, del MIPAAF, Ministero delle Politiche agricole, attraverso 183 controlli, con ispezioni verso operatori del settore oleario presenti in tutto il territorio nazionale e verso i principali porti di ingresso delle materie prime di provenienza estera, hanno scoperto 2.300.000 litri di olio extravergine di oliva irregolare.
«Dopo una fase preliminare, caratterizzata dall’accurato esame delle banche dati e delle altre informazioni, sono partite le ispezioni congiunte nei siti di produzione e di ingresso delle materie prime utilizzate», spiega la Guardia di Finanza, sottolineando: «Il 27,2% dei campioni prelevati è risultato irregolare, per complessivi 2.300.000 litri di olio non conformi alle norme comunitarie e nazionali. Dei 102 campioni prelevati e analizzati presso i laboratori dell’ICQRF, 25 sono risultati irregolari per qualità inferiore al dichiarato ossia per olio qualificato come extravergine di oliva, ma in realtà rilevato dalle analisi come vergine.».
L’operazione, che ha portato alla denuncia di dieci persone e alla contestazione di 33 violazioni amministrative relative alla tenuta dei registri, alla compilazione della documentazione obbligatoria ed al mantenimento del requisito di tracciabilità, per un importo complessivo di oltre 10.000.000 di €, destinati al gettito erariale, come, sottolinea la Finanza, «si inserisce nel contesto delle attività svolte da Guardia di Finanza e ICQRF sulla base del protocollo di collaborazione sottoscritto a luglio 2020 a contrasto alle frodi ed alla contraffazione nel settore agroalimentare, a tutela della produzione nazionale, degli interessi dei consumatori e dei mercati nonché degli interessi economici e finanziari dello Stato.».
«L’olio Evo è uno dei prodotti sui quali si registrano i maggiori inganni a danno dei consumatori. Più volte in passato analoghe indagini condotte in Italia avevano portato a scoprire come molte bottiglie di extra vergine d’oliva, vendute nei negozi del nostro Paese, non fossero regolari, proprio perché contenenti olio di qualità inferiore rispetto al dichiarato. Un fenomeno quello della contraffazione sull’olio d’oliva che, non solo rappresenta un illecito, ma danneggia enormemente le tasche di consumatori e imprese, attraverso uno sviamento delle scelte di acquisto dei cittadini ed effetti sui prezzi al dettaglio dei prodotti», ha detto il Codacons commentando l’operazione.