di Redazione —

«Per far sì che l’appello ad avere figli non sia solo propaganda è necessario un intervento a 360° che non si limiti ad aiutare i genitori sporadicamente con misure spot, ma che renda sostenibile tale scelta per le coppie che lo desiderano, attraverso una lotta al lavoro precario e salari adeguati», commenta Federconsumatori, in relazione ai dati sul calo delle nascite rilevato dall’ISTAT, Ente di Statistica Nazionale. Fenomeno che, secondo l’associazione «non sorprende, date le condizioni di precarietà lavorativa ed economica in cui si trovano molti aspiranti genitori e visti i costi proibitivi per mantenere un figlio».

L’associazione ricorda, che secondo i dati dell’ultimo report dell’O.N.F., Osservatorio Nazionale Federconsumatori, per mantenere un bambino, nel primo anno di vita, nel 2024, si spende da un minimo di 7.431,58 euro fino ad un massimo di 17.585,78 euro.

Rispetto al 2023, mediamente, l’aumento complessivo registrato è del +5% per i costi minimi e del +3% per i costi massimi. Per non parlare della spesa da sostenere per mantenere un figlio da 0 a 18 anni, che, sempre secondo le analisi di Federconsumatori, ammonta a 175.642,72€.

«Visti i dati non possiamo che dar ragione al presidente dell’ISTAT, che presagisce, per quest’anno, un ulteriore record negativo per numero di nati in Italia. Tale andamento e questa allarmante prospettiva dimostrano l’insufficienza delle politiche pro-natalità e di sostegno alle famiglie messe in atto fino ad ora, che andrebbero decisamente potenziate, non solo, come fatto in alcuni casi, per incrementare il numero dei figli», concludono da Federconsumatori.

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