Secondo uno studio di Mediobanca, sul settore moda, dove il 66% del fatturato proviene dall’estero, la ripresa si avrà a partire dal 2023, quando si toccheranno nuovamente i livelli pre-crisi.
di Redazione —
Uno studio Mediobanca ha messo in luce come si calato il 23% del giro d’affari delle società con un fatturato di oltre 100 milioni del settore moda italiano, ma, guardando al futuro, vede una ripresa a partire dal 2021 con un raggiungimento dei livelli pre-crisi previsto nel 2023.
Nel dettaglio, prima della battuta d’arresto del 2020, dopo anni di crescita, nel 2019 il settore moda italiano ha registrato un giro d’affari totale di 71,1mld, pari a +20,8% sul 2015, con una crescita media annua delle vendite nel 2015-2019 del 4,8%. Con una crescita del peso del comparto sul PIL, Prodotto Interno Lordo, nazionale pari all’1,2%, contro l’1,0% del 2015. Tra i settori spicca l’abbigliamento, che da solo determina il 42,9% dei ricavi aggregati, seguito dalla pelletteria al 26,1%.
Quanto alla crescita media annua delle vendite, nel 2015-2019 si distingue la gioielleria con un +10,3%, seguita dal comparto pelli, cuoio e calzature a +7,8%. Si conferma importante la presenza di gruppi stranieri nella moda italiana: 71 delle 177 aziende hanno una proprietà straniera e controllano il 37,2% del fatturato aggregato pari al 17,3% per i gruppi francesi, fra cui Kering con il 7,3% e LVMH con il 6,5%.
Stando alla ricerca di Mediobanca, la proiezione internazionale è una delle caratteristiche più rappresentative delle società manifatturiere della moda italiana: il 66,5% del fatturato complessivo proviene dall’estero, con in testa il tessile a quota 72,8%. Cresce anche l’occupazione, con più di 43.700 nuovi addetti, facendo segnare un +16,9% sul 2015, per una forza lavoro totale di 303.000 unità a fine 2019. Bene soprattutto la gioielleria che fa segnare un +45,0% sul 2015 ed il comparto pelli, cuoio e calzature con il suo +28,7%.
In Europa, l’Italia, è il Paese con più gruppi nel settore della moda con oltre 1 miliardo di ricavi, ma la Francia è quella che fattura di più. Fra i 38 gruppi europei, l’Italia con le sue 10 più grandi aziende è il Paese più rappresentato, a livello numerico, ma è la Francia, con una quota del 36% del fatturato aggregato, ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari, con al primo posto, tra i colossi mondiali la francese LVMH con 53,7 miliardi, distanti la Nike con 33,3 miliardi, la Inditex, che controlla Zara, con 28,3 miliardi, la tedesca Adidas con 23,6 miliardi, per la prima italiana bisogna scorrere fino al 34° posto in classifica, dove, è posizionata, Prada, con 3,2 miliardi.