CAPONE: «È allarme catastrofe occupazionale al Sud… La preoccupazione riguarda soprattutto la crescita dell’economia sommersa, un ambito dove risulta più pervasiva l’infiltrazione delle organizzazioni criminali… Pesa il crollo del commercio e del turismo…».
di Redazione —
«E’ allarme catastrofe occupazionale al Sud a seguito dello sblocco dei licenziamenti previsto il 31 marzo. Come rilevato dalla Fondazione dei Consulenti del lavoro, il rischio è quello di perdere il 12% dei posti di lavoro, una percentuale che sale al 14% fra gli autonomi con effetti ancora più disastrosi nel Meridione. La preoccupazione riguarda soprattutto la crescita dell’economia sommersa, un ambito dove risulta più pervasiva l’infiltrazione delle organizzazioni criminali. Pesa il crollo del commercio e del turismo a cui si sommano le numerose vertenze ancora aperte, fra cui è emblematico il caso Whirlpool di Napoli e l’ex Ilva di Taranto.
Appare fondamentale più che mai in questa fase realizzare un ‘piano Marshall’ di investimenti infrastrutturali accompagnato da coraggiose politiche industriali, volte a rilanciare l’economia reale al fine di colmare il differenziale di crescita fra Nord e Sud Italia. Un divario inaccettabile che minaccia di compromettere la coesione nazionale. È prioritario, dunque, prorogare il divieto di licenziamenti per il 2021 e puntare sulle politiche attive del lavoro per eliminare le ampie sacche di povertà nel Mezzogiorno e favorire così la stabilità e la tenuta sociale del Paese», dice Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Unione Generale del Lavoro, in merito alla crisi occupazionale in atto nelle regioni meridionali.