di Piero Mastroiorio —

Carenze igienico-sanitarie, presenza di insetti e di escrementi di roditori, mancanza di autorizzazioni, pasti carenti per quantità e qualità, assenza di tracciabilità degli alimenti e omessa presenza di eventuali allergeni. Sono le irregolarità riscontrate dai NAS, Nucleo Antisofisticazione e Sanità, dei Carabinieri, in una mensa scolastica su quattro in Italia. Sono i primi risultati della campagna di controlli per verificare il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa di riferimento nel settore della ristorazione all’interno degli istituti scolastici, che fino ad oggi hanno coinvolto 700 mense scolastiche di ogni ordine e grado sia pubbliche che private, dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori ed universitari. Questi primi controlli hanno accertato 225 violazioni amministrativo-penali e irrogate sanzioni pecuniarie per 130.000 euro, con cinque gestori deferiti all’autorità giudiziaria ed è stato disposto il sequestro di punti cottura e delle dispense, nonché di 350 kg di alimenti per un valore di circa 5.000.000 di euro.

Dati che fanno accapponare la pelle che fanno pensare, sarcasticamente, alle mense come a quei film horror che, pur sapendo come finiranno, non puoi fare a meno di guardare. Ogni giorno vi entri con la speranza che qualcosa di miracolo accada: una lasagna che non sembri uno strato di cartone, o un’insalata che non sia una misera scusa per un ortaggio. Invece, ogni volta, la realtà ti schiaffeggia con un menù che ti fa chiedere se “cibo” sia davvero il termine giusto.

Le cucine delle mense sono spesso un luogo mistico e misterioso. Non si sa mai cosa succede veramente dietro quelle porte chiuse. Il personale di solito è composto da eroi silenziosi, che combattono contro forni industriali, che sembrano progettati per condurre esperimenti sulla resistenza umana.
Immaginiamo di entrare, con una sensazione di ottimismo, in una mensa, con il profumo di cibo che aleggia nell’aria… Forse no. Quel che sembra un effluvio di lasagne in realtà è una combinazione misteriosa di olio rancido e mozzarella sciolta, che nessuno ha il coraggio di indagare troppo a fondo. Il pavimento è cosparso di briciole, che sembrano appartenere a un’epoca storica passata, ma il vero colpo di genio arriva quando scivoli per la prima volta sulle piastre di metallo, che sembrano essere sopravvissute a una guerra mondiale, eppure nessuno si sogna di pulirle davvero.

Il piatto di pasta che ti viene servito è un’armata di spaghetti incollati tra loro, come una tela di ragno, che sembra sfidare le leggi della fisica. Difficile capire dove finisce il piatto e dove inizia la pasta. Quando finalmente riesci a dividerli, il condimento che doveva essere una “salsa” ti accoglie con una consistenza che sfida ogni tipo di definizione culinaria. La salsa è una roba quasi solida, che non si fa né versare né distribuire. Un esperimento che avrebbe fatto impazzire persino i più audaci chef di laboratorio.

Poi, c’è l’eterno dilemma del dessert: un ciambellone che sembra il risultato di una lunga relazione tra uno pneumatico di bicicletta e una paletta di plastica. Probabilmente si sta per dichiarare indistruttibile, a meno che tu non decida di lanciarlo contro il muro. Non è solo il cibo a essere misterioso, infatti, spesso ti chiedi: cosa c’è davvero dentro quella scatola di “pollo arrosto”? La pelle del pollo è così bianca e lucida da sembrare più una scultura in resina che un piatto pronto da mangiare.

Le mense, non solo quelle scolastiche, sembrano essere un luogo dove ogni piatto racconta una storia non solo di cibo, ma anche di polveri, briciole e misteriosi liquidi che nessuno ha il coraggio di identificare, sono un po’ come una lezione di vita. Ogni giorno impari qualcosa di nuovo sulla resistenza del tuo stomaco e sul limite che può sopportare, ma, alla fine, anche se il pranzo ti lascia con la sensazione di aver partecipato a un esperimento sociale, una cosa è certa: nessuno può mai dimenticare il “gusto indimenticabile” delle mense scolastiche e se riesci a tornare a casa senza subire una trasformazione genetica, sei ufficialmente un eroe.

In fondo, ma, proprio in fondo, chi ha mai detto che mangiare deve essere un’esperienza piacevole? Chi, ha bisogno di piatti puliti, quando puoi assaporare il vero gusto dell’avventura? Un po’ di riso che si mescola con un filo di sugo, incrostato su piatti non lavati da chissà quanto tempo, è un’esperienza sensoriale che ti fa sentire vivo. Vuoi mettere quella leggera polvere sopra il bancone? Vuoi vedere che si tratta di un richiamo alla cultura del riciclo e della sostenibilità?
Alla fine, quando avremo risposto a tutte le domande, anche a quelle più fantasiose e tutto sarà consumato, ti rendi conto che la vera delizia non è ciò che hai mangiato, ma essere riuscito a sopravvivere al tutto, applaudendo a chi, ogni giorno, riscrive le regole della scienza alimentare e dell’igiene, facendo del caos la loro arte e della sopravvivenza la loro missione.

error: Content is protected !!