BUSSONE: «Se il medico chiude lo studio in un Comune più in alto per andare solo nella casa della salute, è un fallimento del sistema. Ecco perché, molti, moltissimi Comuni garantiscono lo studio medico gratuito in uno spazio pubblico. Incide? Di certo incentiva i medici a non andare via dai Comuni più piccoli… Se ne escono troppi pochi dalle università, perché non incentivati a scegliere quel percorso?».
di Redazione —
«Se mancano i medici di base, di famiglia, nonché, medici negli ospedali, intervenga la politica e decida di alzare il numero di specializzazioni. Sembra che dalla pandemia abbiamo imparato poco e di medicina territoriale si parla pochissimo ormai. Basti pensare i tentativi maldestri e poco sensati di continuare ad affidare strutture ai privati. Anche strutture che erano pubbliche, che il pubblico, molte Regioni, preferiscono dare a grandi gruppi imprenditoriali privati.
Le conseguenze sono gravi e le sperequazioni aumentano le disuguaglianze. Il sistema pubblico è ancoraggio per la salute pubblica, ma parallelamente, se i medici di medicina generale vengono ritenuti importanti, per gestire cronicità e dare risposte immediate alle famiglie in materia di sanità, si potenzino, aumentandolo, il numero delle specializzazioni universitarie. I concorsi regionali inseriscano più posti.
Quanti ne servono? Impossibile dirlo.
Se oggi, ogni medico di medicina generale potesse avere 1.500 mutuati gestiti nelle valli alpine e appenniniche e 2.000 nelle zone urbane, allora si potrebbe ragionare in prospettiva.
Devono restare liberi professionisti?
Può sembrare un particolare irrilevante, ma occorre valutare un passaggio di tutti i medici di medicina generale sotto le ASL di competenza. Sia quelli di famiglia, sia le guardie mediche. I numeri dei pazienti di quelli di famiglia in montagna vanno abbassati. Lo deve fare il Ministero, anche, evitando che le Case della Salute delocalizzino verso il basso i servizi ambulatoriali.
Se il medico chiude lo studio in un Comune più in alto per andare solo nella casa della salute, è un fallimento del sistema. Ecco perché, molti, moltissimi Comuni garantiscono lo studio medico gratuito in uno spazio pubblico.
Incide?
Di certo incentiva i medici a non andare via dai Comuni più piccoli. Lavoriamo per unire, per mettere in sinergia i medici. Collaborino, ma servono più medici. Se non si alzano i numeri di specializzazioni, non si va lontano.
Se ne escono troppi pochi dalle università, perché non incentivati a scegliere quel percorso?
il Ministero metta mano al problema e condivida dati e proiezioni con gli Enti locali e le Regioni», dice Marco Bussone, presidente nazionale UNCEM, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, riguardo alla carenza di medici e strutture pubbliche.