ITALIA

ISTRUZIONE: la povertà economica è sinonimo di povertà educativa

Save the Chidren e l’Istituto Buddista Italiano hanno promosso il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, attraverso cui hanno reso noto come, in Italia, siano in forte calo le spese per l’istruzione, soprattutto, fra le famiglie più povere e come l’aumento dei prezzi abbia fatto aumentare le disuguaglianze educative.

di Redazione —

Il progetto, “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti, promosso da Save the Chidren e dall’Istituto Buddista Italiano, rivela come, in Italia, aumentino le disuguaglianze educative e siano in forte calo le spese per l’istruzione e come a pagarne le conseguenze siano bambini ed adolescenti delle famiglie più povere, che hanno meno risorse da investire nell’istruzione. Questo, perché l’aumento dell’inflazione ha fatto aumentare la quota di spesa destinata all’abitazione e ai prodotti alimentari, a scapito dell’istruzione, di conseguenza, la povertà economica scatena quella educativa con un impatto forte sui percorsi educativi di bambini e adolescenti, dove la povertà materiale spesso è una causa determinate dell’abbandono scolastico, come dimostra la ricerca che partendo da un contesto di aggravamento della povertà minorile, vede, negli ultimi dieci anni, in Italia, il tasso di minori in povertà assoluta raggiungere il 14,2% e riguardare quasi 1.400.000 di minori, facendo aumentare il rischio che la povertà delle famiglie porti all’abbandono precoce degli studi.

La povertà economica ha un forte impatto sui percorsi educativi di bambini e adolescenti, cioè, ci sono meno soldi per la scuola, per i libri, per il materiale didattico, perché i soldi che ci sono servono per l’abitazione e per il cibo, facendo diminuire, di conseguenza, le spese per l’istruzione, come spiega Save the Children, sottolineando: «Nel nostro Paese la spesa delle famiglie per l’istruzione è in media molto bassa ed in diminuzione negli ultimi anni, in particolare nei quintili più poveri della popolazione e nelle regioni del Sud. La forbice nei consumi educativi tra le famiglie di diverse condizioni economiche si allarga nelle regioni del Nord, dove a fronte di una quota di spesa destinata all’istruzione pari allo 0,6% del totale tra le famiglie in condizioni economiche più deprivate, tale valore raggiunge il 2,2% per quelle più abbienti, come emerge dalle nostre elaborazioni su dati ISTAT. Il tema della crescita delle diseguaglianze educative si lega anche all’aumento dell’inflazione degli ultimi due anni, che ha generato un aumento dei prezzi al consumo soprattutto per i beni alimentari e i prodotti energetici.».
L’aumento dei prezzi fa cambiare alcune voci di spesa delle famiglie e indica un aumento delle disuguaglianze educative, perché ci sono meno soldi per l’istruzione e l’educazione a fronte delle spese per casa e cibo, come si legge nello studio: «Ad esempio, nel Mezzogiorno le famiglie con minore capacità di spesa hanno ridotto la quota destinata ai prodotti alimentari, passata dal 33% al 31,5% ed aumentato quella destinata alle spese dell’abitazione, passata dal 39,5% al 41,2%, mentre, la quota destinata all’istruzione, che era già la più bassa nel 2020, è diminuita ulteriormente nel 2021, passando dallo 0,5% del totale allo 0,37%. Anche le famiglie meno abbienti nel Nord del Paese hanno ridotto la quota della spesa per l’istruzione, che è passata dall’1,06% del totale allo 0,57%.».

Save the Children con l’Istituto Buddista Italiano promuovo il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, attraverso il quale 2.000 minori, dal 2020 al 2023 riceveranno una “dote educativa”, che ne vede 1430 già erogate, fino a dicembre 2022. Le doti educative, oltre a fornire beni o servizi ai minori che si trovano in condizioni certificate di fragilità e vulnerabilità socio-economica, attestate dai servizi sociali e dalla scuola, sono un intervento personalizzato di sostegno rivolto a bambini ed adolescenti che vivono in situazioni di grave svantaggio socio-economico.
«Il ‘progetto DOTi’, realizzato grazie al contributo dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano ‘Soka Gakkai’, dimostra come un investimento personalizzato in campo educativo produca degli effetti concreti nel ridurre i rischi di dispersione scolastica e nel promuovere i talenti di bambini ed adolescenti che vivono in contesti più svantaggiati. I dati ci dicono quanto sia necessario, in questo momento di difficoltà economica, un intervento immediato da parte delle Istituzioni per assicurare gratuitamente le forniture scolastiche fondamentali a tutti i bambini e agli adolescenti, a partire dai territori maggiormente deprivati, per garantire il loro diritto all’istruzione e per ridurre le disuguaglianze e il rischio di esclusione sociale», ha concluso Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

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