CAROPPO: «Con estrema onestà va detto che al momento la Puglia a sud di Bari è fuori dagli investimenti per l’alta velocità collegati alla rete “Core” di trasporti: sembrerebbe che ad oggi nessun attore istituzionale, a cominciare dalla Regione Puglia, abbia proposto né richiesto alla Commissione Europea di considerare il prolungamento dello stesso corridoio adriatico…».
di Redazione —
«È una buona notizia che si stia lavorando all’ipotesi di prolungamento della dorsale adriatica fino a Bari, ma con estrema onestà va detto che al momento la Puglia a sud di Bari è fuori dagli investimenti per l’alta velocità collegati alla rete “Core” di trasporti: sembrerebbe che ad oggi nessun attore istituzionale, a cominciare dalla Regione Puglia, abbia proposto né richiesto alla Commissione Europea di considerare il prolungamento dello stesso corridoio adriatico anche da Bari a Lecce né di quello Scandinavo-Mediterraneo, che da Napoli già è previsto fino a Bari e, dunque, resta l’ipotesi più facilmente percorribile.
L’inserimento nella rete di livello inferiore, “Comprehensive”, dell’asse Taranto-Brindisi, infatti, è poca cosa, non determina particolari investimenti né alta velocità: del resto è il livello al quale si trova già attualmente l’asse Lecce-Bari.
Considerato che si sono svolti solo due dei tre incontri bilaterali tra Commissione europea e Governo italiano per discutere le modifiche alle reti transeuropeee dei trasporti e la proposta della Commissione è attesa per dicembre, mi auguro che la Regione Puglia, soprattutto, e il Governo italiano recuperino il tempo perduto e lavorino perché mezza Puglia, un’area da 1.500.000 di abitanti, un porto industriale e un aeroporto, non resti fuori dal circuito degli investimenti per l’alta velocità.
Intanto, con l’interrogazione dell’On. D’Attis e la risposta del Ministro Giovannini si è finalmente messa pubblicamente a tema la questione», scrive in una nota Andrea Caroppo, europarlamentare del PPE, membro della commissione industria, ricerca ed energia di Bruxelles, commentando la risposta del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in occasione del ‘question time‘ alla Camera.