TORRIERO: «Il tribunale con questa ordinanza riafferma con chiarezza il diritto al lavoro a fronte di una sospensione che non può fare riferimento al diritto alla salute se sono state proprio le decisioni del Governo a stabilire che lo stesso è garantito attraverso il ricorso ai tamponi ogni 48 ore.».
di Piero Mastroiorio —
Il giudice del lavoro del Tribunale di Velletri, dottor Giulio Cruciani con una ordinanza datata 22 novembre 2021 ha disposto la riammissione al lavoro della signora A.P., infermiera, dipendente della Asl Roma 6. La lavoratrice era stata sospesa dall’impiego presso la Centrale Sats di Marino (Roma) e lasciata senza stipendio in seguito alle decisioni che hanno reso obbligatorio prima il vaccino per il personale sanitario e successivamente il green pass per tutti i lavoratori.
Adempimenti ai quali l’infermiera non aveva dato seguito.
«Si tratta del primo provvedimento in Italia che di fatto va a scardinare il combinato disposto tra obbligo vaccinale per il personale sanitario e obbligo di green pass obbligatorio per tutti in nome del prevalente diritto al lavoro», fanno sapere dallo Studio Legale Torriero di Roma, che ha seguito il ricorso e che, attraverso le parole dell’avv. David Torriero, spiega: «La sospensione dal lavoro, come si legge nel dispositivo del Tribunale, può costituire solo la ’extrema ratio’, ovvero un evento di portata eccezionale in una azienda medio grande. Il tribunale con questa ordinanza riafferma con chiarezza il diritto al lavoro a fronte di una sospensione che non può fare riferimento al diritto alla salute se sono state proprio le decisioni del Governo a stabilire che lo stesso è garantito attraverso il ricorso ai tamponi ogni 48 ore.».