di Redazione —

Nella petizione, che sta raccogliendo firme in rete, firmata da Società Storia Patria per la Puglia, Istituto per la storia del Risorgimento italiano Sezione di Foggia, Italia nostra Sezione di Foggia, Amici del Museo di Foggia, è stata inviata al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e, per conoscenza al Direttore generale degli Archivi del MiC – Ministero della Cultura, dr. Antonio Tarasco, al Presidente della Regione Puglia, dr. Michele Emiliano, al  Presidente della Provincia di Foggia, dr. Giuseppe Nobiletti e al Sindaco di Foggia, prof.ssa Maria Aida Episcopo, si legge: «Le Associazioni scriventi hanno appreso in questi giorni che, entro il 19 aprile prossimo, l’Archivio di Stato di Foggia dovrà lasciare definitivamente la sede di palazzo ‘Filiasi’ in vista dei lavori di completamento del restauro dell’edificio destinato a ospitare un istituendo Museo nazionale.

Tale disposizione sembra chiudere per l’Archivio di Stato di Foggia una vicenda iniziata nel lontano 1988 con l’acquisizione di palazzo ‘Filiasi’ da parte dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la destinazione dell’edificio a sede dell’Archivio medesimo.
Naturalmente l’acquisizione del palazzo prevedeva l’avvio dei lavori di consolidamento, ma già dagli inizi degli anni Novanta la nuova sede favorì un notevole ampliamento delle attività istituzionali dell’Archivio e migliorò i servizi destinati alla cittadinanza.
I lavori di consolidamento sarebbero venuti dopo – dalla fine di quel decennio – con sacrifici anche notevoli per il personale impegnato, comunque, nei servizi al pubblico.
Giova ricordare che i finanziamenti dei lavori di restauro previsti dalla Direzione Generale Archivi furono utilizzati con successo fino a quando l’Archivio poté gestire direttamente le procedure di appalto e esecuzione dei lavori con il supporto di tecnici della Direzione Generale.  Così nel 2007 si giunse al consolidamento dell’intero edificio e al completamento del piano terreno.  Quando, però, la gestione dei lavori passò all’allora Direzione regionale (e, quindi, al Segretariato regionale) della Puglia i finanziamenti dei lavori – pure previsti dalla Direzione Generale Archivi – non furono Pare, perciò, un’ottima notizia che si giunga, finalmente, al completamento dei lavori di restauro anche per i piani superiori dell’edificio!

Non si può, del resto, non accogliere con soddisfazione che si intenda istituire a Foggia un Museo Nazionale che valorizzi il ricchissimo patrimonio archeologico della Capitanata.
Stupisce, tuttavia, che la valorizzazione del patrimonio archeologico debba avvenire ai danni di uno degli Istituti culturali più antichi non solo della Puglia, ma anche dell’intero Mezzogiorno!
Proprio per la specificità del patrimonio archivistico custodito, l’Archivio di Foggia cominciò la sua attività nel 1820, a poco più di un anno dalla promulgazione della legge borbonica sugli archivi del 12 dicembre 1818.
Certo la notizia dello spostamento degli uffici amministrativi e della biblioteca dal piano terreno di palazzo ‘Filiasi’ potrebbe sembrare di poco conto per la collettività non solo locale. Nella storia culturale del nostro Paese non mancano episodi analoghi. Tra essi, per esempio, quello relativo all’Archivio di Stato di Firenze che nel 1988 lasciò i piani inferiori della fabbrica degli Uffizi. impiegati con altrettanta efficacia.

Il caso foggiano è, tuttavia, assai diverso. L’ Archivio di Stato di Firenze lasciava gli Uffizi per una sede nuova per esso appositamente realizzata. All’Archivio di Foggia si impone, invece, lo spostamento degli uffici e della biblioteca nelle altre sedi dell’Istituto senza fornire una possibile alternativa. Eppure la Direzione Generale Archivi certamente non ignora che l’Istituto foggiano ha i depositi di tutte le sedi stracolmi di documentazione a partire dal dodicesimo secolo e neanche che la sua biblioteca custodisce un patrimonio bibliografico di rilievo di circa 15.000 opere a stampa compresi 500 volumi antichi risalenti ai secoli XVI-XVIII.
Non si tiene in alcun conto, poi, che tali opere sono state inserite nel progetto del Sistema Bibliografico Nazionale e, quindi, sono state messe a disposizione della collettività con cospicui investimenti economici.
Non si considera neppure, che, vista la situazione attuale delle altre sedi dell’Archivio, spostare da palazzo ‘Filiasi’ uffici e biblioteca rappresenterà per l’Istituto un’operazione tutt’altro che indolore. La riduzione degli spazi vitali, sommandosi a precedenti problematiche (non dipendenti dalla volontà del direttore e dei suoi collaboratori) finirà con il costituire un ulteriore ostacolo all’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale affidato all’Istituto. Dopo oltre cinquant’anni di progressiva apertura dell’istituto alle richieste di un pubblico non solo specialistico, l’Archivio dovrà rinunciare alla promozione della conoscenza del patrimonio archivistico locale e tra esse, in primo luogo, all’attività didattica anche più elementare.

Il tutto a scapito di quella promozione del patrimonio culturale del territorio che si sostiene di voler arricchire con la creazione dei nuovi musei.
Per tali ragioni le scriventi Associazioni chiedono al Ministero, che la S. V. rappresenta, di valutare la difficilissima situazione in cui l’Archivio di Stato di Foggia dovrà operare e auspicano che voglia riconsiderare le decisioni assunte, consentendo la permanenza della biblioteca e degli uffici amministrativi dell’Archivio nei locali attualmente occupati in palazzo ‘Filiasi’. 
La coabitazione di due importanti Istituti del Ministero della Cultura nel palazzo al centro della città non sarebbe, certo, di nocumento al funzionamento di entrambi e potrebbe, anzi, favorire la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio provinciale
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