Tra caro spesa e inflazione al galoppo cambiano le abitudini degli italiani, che acquistano sempre meno carne e pesce di qualità, frutta e verdura, con un consumatore su due alla ricerca di offerte e sconti, per contenere la stangata arrivata sulle famiglie.

di Redazione —

L’inflazione al galoppo ed il costo della spesa sempre più alto sono una stangata per le famiglie, tanto che le Associazioni dei Consumatori, ad ogni aggiornamento dei prezzi, calcolato dai 700 ai 1.200 € l’anno, sobbalzano per i costi che dovranno sostenere le famiglie italiane: per una famiglia di quattro persone, l’inflazione all’11,8% significa un aumento del costo della vita di 4.000 € l’anno, avvertendo: «Le ripercussioni del caro prezzi ormai superano i 3.000 € l’anno per tutti e la stangata sulle famiglie, derivante dalla rincorsa dei prezzi, mette a rischio, anche i consumi di Natale. Senza contare tutti i tagli che le famiglie stanno attuando: tagli sulla spesa alimentare, sulla qualità del cibo e rincorsa affannosa al prezzo più basso e all’offerta che fa risparmiare qualche euro.».

«Sull’inflazione siamo di fronte ad una emergenza nazionale, che mette in serio pericolo i prossimi consumi di Natale», è la denuncia il Codacons, che, attraverso le parole del suo presidente, Carlo Rienzi, spiega: «L’inflazione all’11,8% è una reale minaccia per la salute del nostro paese e determina una stangata record per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia “tipo”, pari a +3.625 € annui. Solo per gli alimentari, +13,5% ad ottobre, un nucleo si ritrova a spendere in media +752 € su base annua e, come dimostrano i dati sulle vendite, i cittadini stanno reagendo con il taglio della spesa per il cibo. Si tratta di una situazione che fa scattare l’allarme sui consumi di Natale, perché gli italiani, di fronte ad una inflazione record, saranno costretti a tirare la cinghia anche sugli acquisti legati alle prossime festività. Un danno enorme per il commercio e l’economia nazionale che il nuovo Governo deve assolutamente evitare, disponendo subito il taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità.».

«L’inflazione ormai è una sciagura per chi si sta svenando per arrivare a fine mese. Il Governo con il Dl Aiuti quater non ha fatto nulla contro il caro bollette delle famiglie o per aumentare il loro potere s’acquisto, rinviando tutto alla Legge di Bilancio. Ma questa scelta comporterà un Natale in bianco, con conseguenze su consumi e Pil. Urgono, invece, interventi immediati, come detassare la tredicesima, dare un bonus di 600 euro a chi guadagna meno di 35 mila euro, triplicando il bonus di Draghi, azzerare l’Iva sulle bollette di luce e gas di questo quarto trimestre», concludendo: «L’inflazione al 13,5% sulla spesa alimentare, significa che, solo per cibo e bevande, una famiglia pagherà in media 761 € in più su base annua. Una batosta che sale a 1.038 € per una coppia con 2 figli, 937 per una coppia con 1 figlio e, nel caso delle coppie con 3 figli, poi, si ha una mazzata record di 1.240 € nei dodici mesi», dice Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, stimando , con un’inflazione all’11,8%, un aumento drammatico del costo della vita ed una stangata di quasi 4.000 € l’anno in più per le famiglie con due figli, di oltre 3.700 € l’anno per quelle con un figlio, di quasi 4,500 € l’anno per le famiglie numerose.

«Alla luce di un’inflazione così alta l’aggravio per le famiglie sarà di oltre 3.516 € l’anno, 728 € in più solo per la spesa alimentare», è la stima dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che di fronte a questi ultimi dati evidenzia, anche, un altro fenomeno: «il cambiamento di abitudini di famiglie che cercano di far quadrare i conti in mezzo a enormi difficoltà» parlando di importanti modifiche di spesa e denuncia il calo del consumo di carne e pesce del -16,8%, «con uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati e la riduzione del consumo di frutta e verdura, che riguarda il 12,9% dei cittadini». A questo si aggiunge «il ricorso sempre più assiduo a offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza. Un’abitudine adottata dal 46% dei cittadini, uno su due. In questo contesto gli sconti del ‘Black Friday’ verranno fatti in vista delle feste natalizie, oppure, per spese alimentari.».

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