PRO VITA & FAMIGLIA: «Consulta respinge il “populismo bioetico” dei Radicali. Non si può abrogare la tutela minima della vita umana. Il Testo Unico “Bazoli” ha matrice eutanasica, viola tutela minima della vita indicata dalla Corte Costituzionale.».
di Redazione —
«La Corte Costituzionale ha respinto con forza il “populismo bioetico” dei Radicali, che hanno tentato di portare l’eutanasia in Italia con un referendum sull’omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso. Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere», ha detto Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sottolineando: «La Corte Costituzionale, respingendo il Referendum sull’omicidio del consenziente, ha indicato una strada maestra per la tutela minima costituzionalmente necessaria della Vita umana, inviolabile anche col consenso del diretto interessato.
Chiediamo al Parlamento di seguire il monito della Consulta e respingere il Testo Unico “Bazoli” di chiara impronta eutanasica, la cui discussione ricomincia domani pomeriggio alla Camera.
Assurdo che PD e M5S stiano rilanciando il suicidio assistito come “risarcimento” del mancato referendum sull’eutanasia: sembra che alla fine di questa storia qualcuno debba comunque morire! È una politica molto triste quella che incentiva la morte. I cittadini chiedono invece allo Stato maggiori investimenti sulle cure palliative e sui servizi sociali ai sofferenti, agli anziani e alle loro famiglie, affinché possano vivere con dignità e non farsi ammazzare per disperazione.».
«È stata sventata una deriva mortifera, ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare», ha aggiunto Jacopo Coghe, presidente del Comitato “No all’Eutanasia Legale”, che ha concluso: «La Corte ha indicato un livello minimo di tutela della vita umana fragile inviolabile e noi riteniamo che il progetto sul suicidio assistito violi quel livello minimo, andando oltre quanto la stessa Consulta ha deciso nel “caso Cappato”. Dalla Camera ci aspettiamo una risposta importante che investa sulle cure palliative e aiuti i sofferenti a vivere con dignità e non a farsi ammazzare.».
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