Una ricerca Openpolis rivela come in Europa 7 persone su 10 vivano in case di proprietà, la maggioranza risiede nei paesi dell’Est, con la Germania che fa registrare una maggioranza di persone risiedere in case in affitto, anziché in case di proprietà e, come, quasi la metà delle persone a rischio povertà vivano in case in affitto. L’Italia, con il 25,7% della popolazione che si dichiara in affitto, è leggermente al di sotto della media Ue.
di Piero Mastroiorio
Casa, croce e delizia dei cittadini degli stati membri europei. A rivelarlo è una ricerca Openpolis, che evidenzia come in Europa sia più comune abitare in una casa di proprietà, nel 69,1% dei casi, anche se la situazione è molto diversificata tra i Paesi e classi sociali. In Germania l’affitto è più comune della proprietà, come lo è negli altri paesi dell’Europa nord-occidentale, che riportano quote piuttosto elevate di persone in affitto, ma non nei Paesi della parte orientale e centrale del continente dove, al contrario, è molto elevata l’incidenza della proprietà, dove, in 4 paesi supera il 90%. Questi paesi registrano anche i divari minori tra cittadini più e meno abbienti in termini di prevalenza dell’affitto, mentre nei Paesi Bassi e in Francia, per esempio, la differenza è di oltre il 40%.
Il tema della casa è un problema-necessità sentito ovunque, trasversale alle classi sociali, che fa registrare, negli ultimi tempi, dal mercato immobiliare, soprattutto per gli affitti, nelle grandi città, un blocco per via dei prezzi più alti rispetto ai redditi medi, che, si traducono nell’impossibilità per molti di trovare un’abitazione dignitosa in locazione. Questione, che, negli ultimi anni, ha generato anche proteste diffuse, portando molti media a parlare di una vera e propria “emergenza abitativa”.
Il diritto alla casa è fondamentale, come affermano le Nazioni unite, evidenziando anche l’importanza dell’adeguatezza dell’abitazione, che si compone di numerosi indicatori, quali, la sicurezza legale del contratto d’affitto, l’accessibilità economica dell’alloggio per tutte le categorie sociali, l’abitabilità della struttura e la disponibilità di servizi e infrastrutture non troppo lontani.
Openpolis rivela come in Europa sia ancora prevalente la proprietà rispetto all’affitto, anche se si possono notare differenze consistenti a seconda della condizione socio-economica, con l’affitto ad avere un’incidenza maggiore tra chi è a rischio povertà.
In Europa, rivela Openpolis, circa 7 persone su 10 abitano in una casa di proprietà. Dato che appare molto diversificato da Paese a Paese, rimasto relativamente costante negli anni, tanto da diminuire, in oltre un decennio, del solo 2%, fissando al 30,9% la stima degli europei che occupano case in affitto (dato 2022). La Germania è l’unico stato membro in cui l’affitto è più comune rispetto alla proprietà, interessa il 53,3% delle persone. Segue l’Austria con il 48,6%. Molto meno frequente, invece, nei paesi dell’Est Europa, soprattutto, in Romania dove quasi il 95% delle persone è proprietario. Anche in Slovacchia, Croazia e Ungheria i valori superano il 90%. L’affitto è, quindi, relativamente più prevalente nell’Europa nord-occidentale, mentre il sud è più sbilanciato verso la proprietà. Verso Est, raggiunge, ancora, percentuali minime. L’Italia, con il 25,7% della popolazione che si dichiara in affitto, è leggermente al di sotto della media Ue.
In 17 Stati membri su 27, fanno eccezione Belgio, Slovacchia, Portogallo, Polonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Italia, Francia e Croazia, la quota di persone in affitto è aumentata tra 2010 e 2022, soprattutto, in Germania e Danimarca, con 7 punti percentuali di differenza. In Ungheria la situazione è rimasta invariata.
Nei Paesi del Nord Europa, dove l’affitto è decisamente più comune, sono anche più elevate le quote di persone con case di proprietà che pagano un mutuo. È il caso di Paesi Bassi e Svezia, dove rispettivamente il 60,3% e il 50,4% delle persone, rispetto al totale, si trovano in questa condizione. Valori bassi si registrano nell’Est Europa, in particolare Romania (1,2%) e Bulgaria (2,4%). L’incidenza dell’affitto nella situazione abitativa delle persone è strettamente correlata con la loro situazione socio-economica, tanto che, chi ha salari più bassi, ha maggiori difficoltà ad acquistare case e, in molti casi, può incontrare ostacoli anche nell’ottenimento di un mutuo.
Non solo, chi guadagna meno è più spesso in affitto, costringendosi a sopportare una spesa gravosa. Tuttavia, anche, da questo punto si possono osservare differenze significative tra i vari Paesi Ue: alcuni Stati presentano divari molto evidenti, dove le persone che guadagnano meno sarebbero a rischio povertà trovandosi, molto spesso, a sostenere costi che gravano ogni mese sui loro redditi, creando, in questo modo, un circolo vizioso.
In 8 Paesi membri, quasi tutti in Europa settentrionale, l’affitto è la condizione prevalente tra le persone a rischio povertà, ovvero, secondo Eurostat, tutti coloro che guadagnano meno del 60% del reddito mediano disponibile e, stando alla ricerca, il 77,4% delle persone a rischio povertà, che vivono in affitto, sarebbero collocate in Austria (dato 2022). Il divario più ampio si registra nei Paesi Bassi, dove l’affitto incide per il 23,1% tra chi guadagna più del 60% del reddito mediano e per il 66,7% tra chi guadagna meno. Anche in Francia supera i 40%, mentre, in otto Paesi, quasi tutti nell’Europa orientale, la differenza è invece inferiore al 10%. L’Italia riporta un divario, pari a 16,8 punti percentuali, inferiore rispetto a quello degli altri grandi paesi Ue.
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