Crolla, a luglio, la fiducia dei consumatori e quella delle imprese, ai minimi da maggio 2020, con le Associazioni dei Consumatori che, nel denunciare le famiglie in netta difficoltà, chiedendo al governo un intervento sull’IVA e non solo.

di Redazione —

«La fiducia dei consumatori raggiunge il minimo da maggio 2020. Si segnala un diffuso peggioramento di tutte le variabili che entrano nel calcolo dell’indice ad eccezione dei giudizi sull’opportunità di acquistare beni durevoli nella fase attuale», dice l’ISTAT, Istituto di Statistica nazionale, rilevando come tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori siano in calo ed, in particolare, come il clima economico e quello futuro facciano registrare le diminuzioni più marcate scendendo, rispettivamente, dal 93,9% al 84,9% e dal 98,8% a 92,9%, lasciando al clima personale e a quello corrente una flessione più contenuta passando, il primo, dal 99,8% a 98,1% e, il secondo, dal 97,9% a 96,1%.

Dati che le Associazioni dei Consumatori collegano alla crisi in Ucraina, al caro prezzi, alla crisi di governo con l’apertura in piena estate della campagna elettorale per le prossime elezioni di settembre, tanto che, Carlo Rienzi, presidente Codacons, così li interpreta: «La caduta del Governo ha dato il colpo di grazia alla fiducia di famiglie e imprese, già in diminuzione da mesi. A ciò si aggiunge l’emergenza prezzi, con il tasso di inflazione alle stelle e il perdurare della guerra in Ucraina, elementi che hanno letteralmente affossato le aspettative dei consumatori. Il vero pericolo ora è rappresentato dai consumi, perché in un contesto di scarsa fiducia e di prezzi e tariffe in costante crescita le famiglie saranno portate inevitabilmente a ridurre la spesa e rimandare gli acquisti, con enormi danni per l’economia nazionale. Per tale motivo chiediamo, a gran voce, di inserire nel ‘Dl Aiuti’ l’abbattimento dell’IVA per i beni primari, in modo da determinare una riduzione immediata dei prezzi al dettaglio e tutelare le tasche delle famiglie in questo momento di emergenza.».

Mentre, il presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona così li commenta: «Non si tratta solo dell’effetto Ucraina, caro bollette e caro carburanti, che certo da mesi ha fatto precipitare la fiducia degli italiani, ora ai minimi da maggio 2020. Anche l’astensione al Senato sul voto di fiducia al Governo del 14 luglio, che portò Draghi a rassegnare le dimissioni, poi respinte da Mattarella, ha avuto un impatto, anche per le polemiche dei giorni precedenti. Ricordiamo, infatti, che la raccolta dei dati sulla fiducia dei consumatori avviene nei primi 15 giorni del mese. Non va molto meglio per le attese sulla situazione economica della famiglia, che, attestandosi, a luglio, a -35,5, ottengono il triste primato del 4° peggior risultato di sempre.».
Federconsumatori, agganciandosi alla proposta di intervento sull’IVA, il Governo sta studiando la possibilità di azzerare l’IVA su pane e pasta e ridurla dal 10% al 5% su carne e pesce, così commenta i dati ISTAT, confermando una situazione di incertezza, precarietà e rinunce in cui si stanno muovendo le famiglie, sottolinea: «Secondo l’Osservatorio dell’associazione, le famiglie stanno già rinunciando a carne e pesce, il cui consumo è sceso di oltre il 16%, scelgono verdure e ortaggi più convenienti, spesso ricorrendo alle offerte e ai banchi “last minute” con i prodotti più vicini alla scadenza. Le famiglie che possono concedersi il lusso di partire in vacanza optano per soluzioni ‘low cost’, cercando ospitalità presso amici e parenti o prenotando fuori stagione, o riducono la durata del proprio soggiorno.

Diminuiscono, inoltre, le spese per la cura della persona e, persino, le spese per la salute: si tagliano le visite specialistiche non urgenti, le cure odontoiatriche, ma soprattutto si taglia sulla prevenzione. Ecco perché abbiamo chiesto, nell’ambito delle disposizioni previste dal ‘DL Aiuti bis’, una riforma dell’IVA attenta e mirata, utile a superare la fase di emergenza sostenendo le famiglie, soprattutto quelle più in difficoltà che, come dimostrano i recenti dati, sono le più colpite dal forte incremento dell’inflazione. La proposta che abbiamo elaborato prevedere la revisione delle aliquote su una serie di prodotti essenziali, che genererebbe un risparmio annuo di 531,57 € a famiglia, quella media di 2,5 componenti.».
La proposta di affiancare all’azzeramento dell’IVA sui beni di prima necessità, una riforma strutturale delle aliquote, che perduri oltre l’emergenza: a iniziare dalla riduzione dell’IVA sui prodotti energetici e sui carburanti, sui generi alimentari essenziali, nonché su altri beni e servizi di prima necessità, la spiega Michele Carrus, presidente Federconsumatori, dicendo: «Si tratta di un’operazione doverosa e necessaria, se si intende sostenere le famiglie e scongiurare il rischio di una spirale negativa fatta di contrazione dei consumi, riduzione delle produzioni e delle attività, con effetti deleteri sul fronte occupazionale.».

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