Pronti a saltare verso il nuovo futuro gli italiani, immobilizzati tra post pandemia e pandemia, si sono ritrovati, in questo inizio 2022, aperto tra dubbi e incertezze, con poche cose chiare e positive, come la voglia di rinnovarsi e altre meno chiare, come il cosa succederà a causa dell’aumento dei prezzi.
di Redazione —
In una situazione sempre più tragica, quasi da bendato sulla passerella della nave dei pirati, gli italiani, in questo inizio d’anno nuovo, sono in bilico fra futuro e dubbi del presente, come rivela il Rapporto Coop 2021, che azzarda una proiezione sui consumi e tendenze generali degli italiani nel 2022, alle prese con pandemia e post pandemia, in mezzo ad un cambiamento sospeso: «In bilico sul bordo del trampolino, pronti al grande salto verso il nuovo futuro a cui la pandemia sembra aver dato inizio, ma allo stesso tempo su quello stesso trampolino ancora trattenuti dalle incognite del momento.».
Questa l’istantanea degli italiani che si affacciano al 2022 scattata dalle due ricerche dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2021: la prima, svolta in collaborazione con NOMISMA, “2022, Coming Soon – Consumer” su un campione rappresentativo della popolazione italiana, la seconda, sempre, in collaborazione con NOMISMA “2022, Coming Soon – Manager” sulla community di esperti del sito italiani.coop.
«Nell’attesa della fine della pandemia, la lista dei desideri stilata dagli italiani per l’anno appena iniziato include tra le urgenze il prendersi cura di sé (57%), cercare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata (56%), uscire dalla pandemia con l’ambizione di rivedere le proprie priorità (55%) magari costruendosi una nuova vita (21%). C’è anche chi guarda oltre e un buon 29% del campione, quasi un italiano su 3, pensa nel 2022 di cambiare lavoro», spiega l’indagine, ponendo l’accento sul cambiamento climatico, il climate change, considerato dagli italiani un problema più grave di quanto non pensi l’opinione pubblica (78%) e gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza (82%).
Nell’attesa, il 97% si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini. Tutti, però, sono ancora alla ricerca di concrete soluzioni pratiche per rendere più sostenibile la loro vita quotidiana, infatti, sono disposti ad acquistare lampadine a basso consumo (pensa di farlo l’80% del campione), eviterebbero gli sprechi alimentari (61%), ma solo il 18% rinuncerebbe alla lavastoviglie, il 15% sceglierebbe l’usato e appena il 14% ridurrebbe l’uso della lavatrice.
Gli italiani guardano con fiducia alle promesse del progresso tecnologico: quasi 9 italiani su 10 si vedono nello spazio entro il 2050. Entro il 2030 la realtà virtuale farà parte della quotidianità per il 57% degli intervistati. Nello stesso periodo per 4 italiani su 10 la carne sintetica sarà consuetudine sulle nostre tavole e sulle nostre strade circoleranno auto a guida autonoma per un intervistato su tre (37%). Per gli esperti, invece, nei prossimi 10 anni saranno le nuove fonti energetiche (58%) e poi big data (38%) e biotecnologie (35%) a determinare i maggiori impatti economici e sociali.
La pandemia sacrificherà però il tempo libero: «diffidenti sulla reale disponibilità economica futura e sulle restrizioni che saranno imposte, gli italiani nel 2022 tagliano su ristoranti e bar (il saldo tra chi ci andrà di più e chi lo farà di meno è -13%), concerti e spettacoli (-12%), cinema (-10%), teatri e musei (-9%). Preferite le soluzioni fruibili da casa (film, e-commerce, smart working). La digital life sembra essere già realtà», commenta la Coop.
Sull’Italia si aggira lo spettro dell’inflazione e le conseguenti ripercussioni che questa porterà nel carrello della spesa, tanto che, gli esperti interpellati dalla Coop , nello stimare un inflazione al +2,9%, nell’analisi dei consumi 2022, sottolineano: «In previsione dell’aumento dei prezzi, 1 famiglia su 2 pensa di non cambiare il livello di spesa nel prossimo anno rispetto al pre-pandemia (49%), ma se il 22% del campione spera di superarlo, quasi, 1 italiano su 3 (29%), purtroppo, sa che non riuscirà a raggiungerlo. Peraltro, proprio l’inflazione relega il budget delle famiglie nei confini delle spese obbligate (utenze e salute, soprattutto) e costringe tanti italiani a lasciare nel cassetto dei sogni i prodotti tecnologici, le serate con gli amici, i viaggi e le vacanze.».
Nell’ambito della spesa alimentare, i manager della filiera stimano un incremento medio dei prezzi alimentari superiore ai 3,5 punti percentuali con una ondata inflattiva che per il 63% del campione riguarderà sicuramente tutto il 2022, sottolineando: «Tra caccia alle promozioni, ricerca di punti vendita e canali più convenienti e riduzione degli sprechi molti italiani fronteggeranno il carovita con un diffuso downgrading del carrello, soprattutto al Sud e nella lower class, segnando peraltro una nuova ancora più consistente divaricazione dei consumi rispetto ai ceti più abbienti.».
Con uno scenario di inflazione in crescita del 2% o 3%, la strategia degli italiani contro il carovita prevede lotta gli sprechi e tagli selettivi. Il 21% prevede una riduzione della spesa ma non della qualità dei prodotti alimentari, mentre l’11% segnala la riduzione della spesa e della qualità dei prodotti acquistati e un buon il 45% risponde che seguirà una concentrazione della spesa su prodotti indispensabili. Il 15% dice che sosterrà i consumi attraverso reddito o risparmi e l’8% che sosterrà i consumi ricorrendo a finanziamenti. La spesa verrà ridotta a partire dalle voci (quelle che insomma saranno prima sacrificate) relative a prodotti tecnologici, viaggi e vacanze, mobili/arredamento, abbigliamento, attività sportive, cinema e teatri.
Sarà ancora una volta premiato il cibo del territorio (100% italiano e locale), mentre si consolida il trend verso l’alimentazione biologica e salutista. Per i manager della filiera (il 61% degli intervistati) il 2022 sarà soprattutto l’anno della marca del distributore, considerata la soluzione per permettere acquisti con il migliore rapporto tra qualità e prezzo.