L’analisi dell’Associazione mette in luce come le nuove restrizioni cancellano il turismo e aggravano il crollo della spesa delle famiglie, mentre «in attesa di sostegni da tre mesi, le imprese sono al limite».
di Redazione —
Le nuove restrizioni saranno un nuovo colpo durissimo per le imprese, in particolare per quelle del commercio e del turismo, la cui resistenza è ormai al limite: costeranno all’Italia circa 80.000.000 di € di consumi al giorno. A stimarlo è Confesercenti, in occasione dell’avvio delle ‘zone rosse‘ che da oggi copriranno la maggior parte del territorio nazionale.
Il mancato superamento della crisi sanitaria impone un costo sempre più elevato al settore del commercio. Le ennesime misure di restrizione determinano un bilancio fortemente negativo per i consumi delle famiglie, che nei primi quattro mesi dell’anno arriveranno a perdere complessivamente 9.500.000.000 di €. Di questi, oltre 3 riguardano il commercio al dettaglio e oltre 5 viaggi, ospitalità e pubblici esercizi, da addebitare soprattutto all’estensione delle chiusure fino al weekend di Pasqua, unico ponte di questo aprile, che avrebbe dovuto segnare l’avvio della stagione primaverile dopo la cancellazione di quella invernale.
«Le dimensioni della crisi sono tali che i livelli di consumo pre-pandemia potranno ormai essere ripristinati solo nel 2024. In questo quadro, come abbiamo avuto già modo di sottolineare, la proroga ed il contestuale rafforzamento delle restrizioni fino a Pasqua costituiscono un nuovo, grave trauma per le imprese. Ed è particolarmente forte per quelle del terziario e del turismo, che si vedono privare dell’avvio della stagione della moda e dell’unico ponte della stagione primaverile.
Se si considera che, dopo un anno di ‘Stop & Go’, ci sono circa 450.000 imprese a rischio chiusura, ci sembra evidente che le restrizioni non siano una soluzione sostenibile a lungo termine dall’economia. Sicuramente non lo è in queste condizioni: sono più di tre mesi che siamo in attesa dei sostegni per le attività economiche ed i lavoratori, ma il provvedimento continua ad essere rinviato.
Non c’è più tempo: servono urgentemente sostegni, non solo per coprire quello che si è perso nel 2020, non ci è mai stato ‘ristorato’ del tutto, ma anche per affrontare il 2021, che sarà un altro anno di forte crisi.
Sostegni che devono essere rivolti a tutti, perché è inaccettabile parlare di ‘selezionare’ le attività da salvare: le imprese oggi si trovano in difficoltà non per propria responsabilità o perché non riescono a stare sul mercato, ma perché non possono operare a causa di una scelta amministrativa dovuta all’emergenza sanitaria in corso», spiega Confesercenti.