Tra i compiti principali dell’Osservatorio c’è quello di «favorire la progettazione partecipata intorno alla rifunzionalizzazione sociale e culturale dei beni confiscati alla mafia, di studiare e contrastare i fenomeni criminali, nella loro complessa articolazione e organizzazione, nel territorio di Cerignola, anche in un’ottica sovra territoriale. Compito primario dell’Osservatorio è, pertanto, costruire progettualità e partecipazione sociale contro il crimine organizzato in convenzione con soggetti pubblici e privati operanti in piena concordanza con lo spirito dell’antimafia sociale.».
di Redazione —
Si è concluso lo scorso 13 febbraio 2024, nella saletta Consiliare del Comune di Cerignola, con la consegna del documento nelle mani del sindaco, Francesco Bonito, e dell’assessora ai Servizi Sociali e vice-sindaco, Maria Dibisceglia, il processo partecipato promosso dalla cooperativa sociale Altereco nell’ambito del progetto “Capitanata attiva, coltivare la legalità!”, l’iter per la realizzazione di un Osservatorio sui beni confiscati, frutto delle proposte emerse negli incontri, nei laboratori e nei workshop che in questi mesi hanno animato la comunità, coinvolgendo cittadini, terzo settore, istituzioni, imprese, mondo del volontariato e, in particolare, gli studenti di alcune scuole cittadine, l’ITET “Dante Alighieri“, l’IISS “Giuseppe Pavoncelli” e il Liceo Scientifico “Albert Einstein”.
Dora Giannatempo, della cooperativa Altereco, insieme ad Antonio Cocco, direttore del consorzio Oltre/la rete di imprese, hanno presentato la proposta sul riutilizzo e assegnazione dei beni confiscati alla mafia emersa dagli incontri di questi mesi e che può diventare strumento da adottare sia dal Comune di Cerignola sia dalla Regione Puglia. Tra i compiti principali dell’Osservatorio, inseriti nella proposta consegnata, c’è quello di «favorire la progettazione partecipata intorno alla rifunzionalizzazione sociale e culturale dei beni confiscati alla mafia, di studiare e contrastare i fenomeni criminali, nella loro complessa articolazione e organizzazione, nel territorio di Cerignola, anche in un’ottica sovra territoriale. Compito primario dell’Osservatorio è, pertanto, costruire progettualità e partecipazione sociale contro il crimine organizzato in convenzione con soggetti pubblici e privati operanti in piena concordanza con lo spirito dell’antimafia sociale.».
«È stato un percorso non semplice, complesso, ma portiamo a casa un modo diverso di pensare i beni confiscati. Un arcipelago polifunzionale che generi nuove idee di impresa e soddisfi i bisogni sociali, aggregativi e soprattutto lavorativi del nostro territorio. I partecipanti al processo rappresentano un target trasversale della nostra città e ci hanno donato punti di vista inediti. I giovanissimi sono stati esplosivi. Abbiamo condiviso il documento e consegnato nelle mani del sindaco, Francesco Bonito, con l’assessore ai servizi sociali, Maria Dibisceglia, la nostra idea di osservatorio sui beni confiscati. Uno strumento utile a tutti i cittadini, aperto, trasparente, inclusivo che metta al centro i cittadini. Ora attendiamo la call dell’Amministrazione, perché è necessario fare fiorire quanto seminato: l’Osservatorio è uno strumento necessario di monitoraggio civico ed i cittadini sono pronti», spiegano dalla cooperativa Altereco.
Durante la presentazione, l’alunna del liceo “Einstein”, Elisa Caggiano, accompagnata da una rappresentanza di studenti delle due classi, ha letto l’articolo “Coltivare la legalità”, composto da lei e ispirato da questa esperienza didattica. Inoltre, il buffet ed i servizi di sala sono stati affidati alle studentesse dell’alberghiero “Pavoncelli”, ingaggiate con il loro primo contratto di lavoro dagli organizzatori dell’evento, Samantha Caputo e Maria Sciancalepore della VB corso diurno e Rosa Casanova della 3A corso serale. Il progetto, finanziato dall’Avviso pubblico “Puglia Partecipa”, per la selezione di processi partecipativi da ammettere a sostegno regionale nell’ambito del Programma annuale della partecipazione della Regione Puglia, invita i cittadini ad accedere a spazi di confronto costruttivi che consentono di prendere parte alle decisioni pubbliche.
Attraverso workshop, laboratori, momenti di formazione, l’obiettivo dell’iniziativa era quello di valorizzare spazi di comunità, generando una cultura di antimafia sociale tesa ad analizzare i bisogni della città, elaborare proposte di riqualificazione di luoghi pubblici, nello specifico sui beni confiscati alle mafie, si è arrivati all’atto finale, dello scorso 13 febbraio 2024, con l’elaborazione di una proposta partecipata sottoposta all’Amministrazione Comunale e sottoscritta dai numerosi partecipanti presenti.
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