di Redazione —

«CasaPound Italia esprime la più ferma critica e preoccupazione nei confronti dell’iniziativa referendaria che, grazie al raggiungimento delle 500.000 firme, mira a ridurre gli anni di permanenza necessari per richiedere la cittadinanza italiana», si legge in un comunicato stampa inviato da CasaPound Italia, agli organi di informazione, relativo alla raccolta firme utile a non far ridurre la cittadinanza italiana ad una semplice formalità burocratica.

«Consideriamo questo ennesimo tentativo di manipolare uno dei fondamenti più sacri del nostro ordinamento giuridico e identitario un grave errore, capace di svuotare la cittadinanza del suo profondo valore culturale e morale.
La cittadinanza non può e non deve essere ridotta a una semplice formalità burocratica, a una voce su un documento d’identità. È un atto solenne, che racchiude non solo diritti, ma soprattutto doveri verso la nostra Nazione, le sue tradizioni e la sua storia millenaria. Accelerare il processo di concessione della cittadinanza vuol dire sminuire la portata del legame che unisce l’individuo alla comunità nazionale, degradando quel vincolo che dovrebbe essere il frutto di un vero e proprio percorso di integrazione e consapevolezza.

Le leggi attuali, che richiedono un periodo di permanenza di 10 anni per poter avanzare la richiesta di cittadinanza, rappresentano un equilibrio giusto e ragionevole. Un tempo necessario affinché il richiedente possa dimostrare di aver compreso a pieno il significato di essere parte della comunità italiana, di averne accettato e rispettato i valori, e, soprattutto, di aver abbracciato i doveri che ne derivano. Perché essere cittadini italiani non è solo un diritto, è un impegno quotidiano e una responsabilità verso la Patria», scrivono ancora da CasaPound Italia, concludendo: «CasaPound Italia respinge con forza qualsiasi tentativo di banalizzare un atto così importante e continuerà a battersi affinché la nostra cittadinanza resti un privilegio che si conquista con merito, dedizione e rispetto verso il Paese. Non possiamo permettere che la cittadinanza diventi un premio facile e privo di contenuti, sacrificando l’essenza della nostra appartenenza nazionale sull’altare di logiche politiche irresponsabili.».

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