Le Associazioni dei Consumatori denunciano, nonostante il taglio delle accise disposto dal governo, speculazioni e chiedono al governo di intervenire contro gli aumenti costanti, ingiustificati, soprattutto, se si considera il ribasso delle quotazioni petrolifere e il forte impatto che questi hanno sui consumatori.
di Redazione —
Il prezzo medio della benzina, che nell’ultima settimana, secondo i dati MITE, Ministero di Transizione Ecologica, diffusi lo scorso 10 maggio 2022, aumenta a 1,808 €/l, mentre il gasolio sale a 1,830 €/l, incrementi «del tutto ingiustificati e immotivati», per il CODACONS, che chiede l’intervento del Governo per fermare possibili speculazioni, spiegando: «Nonostante il taglio delle accise disposto dall’esecutivo, benzina e gasolio stanno subendo aumenti costanti, con i listini alla pompa che superano abbondantemente quota 1,8 €/l. Un litro di ‘verde’ costa così il 13,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre per il diesel si spende addirittura il 26,5% in più, con un maggiore costo per un pieno di gasolio pari a +19,15 €.
Ciò avviene anche se non si registra alcuna impennata delle quotazioni del petrolio, che, anzi, risultano sensibilmente inferiori rispetto al record raggiunto lo scorso marzo. Se il petrolio costava 132 dollari al barile l’8 marzo scorso, oggi è quotato a circa 106 dollari, con un deprezzamento del -19,7% in due mesi: non si capisce quindi cosa stia determinando la nuova escalation dei listini dei carburanti.».
Analogo il parere anche per ASSOUTENTI, che, nel tornare a chiedere l’ intervento del Governo contro le speculazioni sui carburanti, sottolinea: «I prezzi di benzina e gasolio continuano a salire, al punto che una famiglia spende oggi fino a 460 € in più rispetto al 2021 solo per la voce rifornimenti» ed attraverso le parole del suo presidente, Furio Truzzi, spiega: “Rispetto allo scorso anno un pieno di benzina costa oggi 11 € in più, +19 € un pieno di gasolio, nonostante la riduzione delle accise che ha calmierato i listini. Questo significa che, su base annua, una famiglia spende oggi per i rifornimenti +265 € rispetto al 2021, in caso di auto a benzina e, addirittura +460 € in caso di auto a gasolio. Aumenti del tutto ingiustificati, soprattutto, se si considera il ribasso delle quotazioni petrolifere.
Per tale motivo chiediamo al Governo un’azione più incisiva contro le speculazioni sui carburanti, che impoveriscono i consumatori anche attraverso gli effetti negativi sui prezzi al dettaglio.».