In attesa che si concluda l’iter della direttiva, approvata dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo, mirante a rendere le nostre case più “green”, prevedendo, dal 2025, un possibile divieto di installazione delle caldaie a gas, per le nuove costruzioni e per gli immobili in ristrutturazione, mentre, dal 2024, la possibile sospensione degli incentivi per il loro acquisto, Altroconsumo fa il punto sui suoi punti principali.
di Redazione —
La Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo ha approvato la direttiva Ue sulle “case green“, una serie di misure introdotte con l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche degli immobili, tra queste, il primo step che porterà al divieto di installazione dei sistemi a riscaldamento fossili, cioè, le tradizionali caldaie a combustione. Il testo, a marzo, sarà valutato e votato dalla plenaria del Parlamento UE e, dopo l’approvazione definitiva, i Paesi membri avranno due anni per recepirla, quindi, il divieto effettivo di installare caldaie a combustibili fossili potrebbe scattare nel 2025, per le nuove costruzioni o per gli immobili in ristrutturazione.
Con lo stop alle caldaie tradizionali, la bozza di testo prevede la possibilità che i singoli Stati spingano perché vengano attuate tutte le misure per sostenere i sistemi a basso impatto ambientale come l’idrogeno, per esempio in miscela con il metano. o sistemi ibridi, che prevedono sia la tradizionale combustione di un gas, che l’uso della pompa di calore come sistema preponderante per l’uso della caldaia. Variabili potrebbero influenzare la data effettiva di messa al bando delle caldaie tradizionali, perché, se, nei decreti attuativi, venisse disposto che, la miscela idrogeno-metano sia una condizione sufficiente, per rispettare le nuove regole, questo si tradurrebbe con un divieto pressoché nullo per le diffusissime “caldaiette” del mercato italiano.
Non solo, oltre lo stop all’installazione, dal 2024, potrebbe arrivare anche il divieto di sovvenzionare l’acquisto di caldaie a gas, ma nulla è ancora deciso, perché si potrebbero trovare dei compromessi, dal momento che si tratta di sistemi che permettono di risparmiare energia e CO2 rispetto alle vecchie caldaie a combustione a camera aperta che sono ancora molto diffuse in Italia.
Riguardo il consumo di energia fossile, la direttiva sottolinea il ruolo dell’acqua calda sanitaria, lasciando intendere che, anche, i sistemi a gas per riscaldare l’acqua della doccia o della cucina potrebbero avere i mesi contati.
A questo punto la domanda è d’obbligo: quali sono le alternative alla caldaia tradizionale?
Le pompe di calore elettriche sono l’alternativa che viene spinta per la maggiore per far diventare “più green” le nostre case. Tecnologia che non prevede combustione, ma utilizza energia elettrica, che, se di provenienza rinnovabile, permette di avere un impatto ambientale nullo in fase di utilizzo, però, oltre ad avere un costo di acquisto importante, per un modello aria-acqua per abbinare ai radiatori o riscaldamento a pavimento è difficile stare sotto i 5.000 €, non bisogna sottovalutare le complicanze tecniche: occorre installare un’unità esterna che necessita di spazio e crea inquinamento acustico per se e i vicini. Se per un appartamento ci si orienta su un sistema che riesca a soddisfare acqua calda sanitaria e riscaldamento, occorre valutare un sistema con un ingombro importante e con adeguate specifiche tecniche per essere abbinato a radiatori o, meglio, a un sistema a bassa temperatura, come un impianto di riscaldamento a pavimento o fan coil, cosa non sempre facile da realizzare e, cosa non meno importante, va valutata la criticità di progettare il sistema in maniera idonea in modo da efficientare i consumi e il comfort all’interno di una casa con caratteristiche e impianti pregressi.
Cosa è, quali sono i pro e i contro e i prezzi di un impianto a pompa di calore?
Secondo quanto definito da Altroconsumo, si tratta di un sistema che permette di sfruttare la differenza di temperatura fra due ambienti, interno ed esterno, per restituire energia termica da utilizzare per la climatizzazione della casa o anche per scaldare l’acqua calda sanitaria. Minore è la differenza di temperatura fra i due ambienti e maggiore sarà l’efficienza. Con temperature estreme, vicino o sotto lo zero o oltre i 35° C, il rendimento sarà inferiore a quando le temperature sono miti.
Cosa è, quali sono i pro e i contro e i prezzi di un impianto di un sistema con caldaia ibrida?
Secondo quanto definito da Altroconsumo, per caldaia ibrida si intende una caldaia a gas con sistema a condensazione, supportata da una pompa di calore, che dà il miglior rendimento lavorando nelle condizioni di stabilità di richiesta di calore. La caldaia invece può dare un supporto per quando c’è una richiesta di tanto calore in un tempo ristretto, sia per il riscaldamento che soprattutto per l’acqua calda sanitaria, per la quale permette di avere un sistema con caldaia e pompa di calore all’esterno della casa: questa soluzione risulta molto meno ingombrante rispetto una pompa di calore che deve fornire anche l’acqua calda sanitaria.