«La legge “sparatutto” aprirebbe a una deregulation dell’attività venatoria, con un impatto devastante sulla natura e la fauna selvatica, favorendo il bracconaggio e ponendo serie minacce alla sicurezza e alla incolumità delle persone», denuncia un’ampia coalizione di associazioni ambientaliste e animaliste e non manca, anche, una petizione.
di Redazione —
ENPA, LAC, LAV, LEIDAA, LIPU, LNDC ANIMAL PROTECTION, OIPA, FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA, WWF ITALIA nel contestare la proposta di legge sulla caccia presentata dalla Lega, il cui iter è ripartito oggi, 5 aprile 2024, in Commissione Agricoltura alla Camera, denunciano: «La “legge sparatutto” aprirebbe a una deregulation dell’attività venatoria, con un impatto devastante sulla natura e la fauna selvatica, favorendo il bracconaggio e ponendo serie minacce alla sicurezza e alla incolumità delle persone. La proposta di legge Bruzzone mira a demolire la Legge quadro nazionale, L.157/1992, che tutela la fauna selvatica e la biodiversità.».
La proposta di legge contro cui si battono le associazioni ambientaliste ed animaliste prevede caccia libera su tutto il territorio nazionale, sette giorni su sette, cancellando i giorni di silenzio venatorio, per più di cinque mesi, l’attribuzione di funzioni legislative alle regioni e alle province autonome in materia di programmazione e coordinamento dell’attività faunistica-venatoria, l’eliminazione dell’obbligo di scelta di una sola forma di caccia praticabile in via esclusiva, nonché, l’utilizzo di strumenti termici nella caccia di selezione degli ungulati e, come spiegano le associazioni ambientaliste e animaliste «la proposta di legge propone pratiche che sono vietate dalla ‘Direttiva comunitaria Uccelli‘ quali l’allungamento della stagione venatoria oltre i limiti consentiti, mettendo così a rischio gli uccelli migratori che già da gennaio sono impegnati nel viaggio verso i luoghi di riproduzione; inoltre, la creazione di Istituti regionali sulla caccia, al fine di sostituire i pareri
dell’ISPRA e permettere il varo di calendari venatori ancora più favorevoli ai cacciatori; poi la caccia 7 giorni su 7, con l’abolizione delle giornate di silenzio venatorie, i calendari emanati con legge per bypassare i ricorsi al TAR, l’esclusione dalla tutela della legge 157 degli uccelli da richiamo e infine il mantenimento della licenza di porto di fucile per chi pratica il bracconaggio in periodi vietati.».
Nella legge definita “sparatutto”, contro la quale è partita anche una petizione che ha già raccolto migliaia di firme, c’è, oltre la possibilità di consentire “la caccia in tutte le forme, anche con i visori termici”, l’impossibilità per le associazioni ambientaliste di impugnare i calendari venatori delle Regioni di fronte ai giudici amministrativi, perché i calendari diventerebbero impugnabili solo dal Governo centrale. Nella petizione, lanciata da “il Fatto Quotidiano”, le associazioni chiedono a Parlamento e Governo di bocciare la proposta di legge e avviare «azioni concrete a tutela degli uccelli selvatici, come la salvaguardia delle specie in declino, anche in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, che contiene il principio della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.».