di Piero Mastroiorio —
Premetto di non essere della stessa idea politica, ma come si fa a non parlare di Bettino Craxi, morto in esilio ad Hammamet, Tunisia, il19 gennaio 2000, politico italiano, Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 18 aprile 1987 e segretario del PSI, Partito Socialista Italiano, dal 16 luglio 1976 all’11 febbraio 1993, uno dei politici più discussi e influenti della Seconda Repubblica italiana, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del nostro Paese diventando la figura centrale di un’epoca politica caratterizzata da profondi cambiamenti.
Con una visione innovativa della politica, Craxi cercò di modernizzare l’Italia, dando nuovo impulso alle istituzioni e promuovendo riforme economiche e sociali. La sua leadership segnò un periodo di crescita e sviluppo, ma anche di scandali e polemiche. Il suo governo fu segnato dall’introduzione di riforme economiche come la legge di riforma fiscale e la lotta all’inflazione, ma anche dal progressivo deterioramento del sistema politico italiano, che sarebbe poi sfociato nella tangentopoli e nell’inchiesta Mani Pulite.
Craxi rimase al centro della scena politica anche dopo la fine del suo mandato, fino a quando la sua figura venne travolta dallo scandalo che coinvolse numerosi membri della politica italiana. Fu accusato di corruzione e di aver partecipato a un sistema di finanziamento illecito ai partiti. Nel 1994, Craxi si rifugiò in Tunisia, dove visse fino alla sua morte nel 2000.
Nonostante la sua morte, Craxi continua a essere un personaggio divisivo. Per alcuni, è stato un uomo di visione, che ha avuto il coraggio di affrontare le sfide della politica con determinazione e di difendere gli interessi italiani nel contesto internazionale. Per altri, è stato il simbolo di un’epoca di corruzione e declino delle istituzioni. In ogni caso, il suo impatto sulla storia politica dell’Italia resta innegabile e la sua figura continua ad alimentare dibattiti e riflessioni sulla politica italiana e sul suo futuro.
Oggi, a più di vent’anni dalla sua morte, Bettino Craxi resta una figura che non può essere dimenticata, un leader che ha rappresentato tanto le luci quanto le ombre di un periodo storico complesso e cruciale per il nostro Paese, soprattutto, quarant’anni fa, tra il 7 e il 17 Ottobre 1985, quando l’Italia dovette affrontare la drammatica vicenda del dirottamento della “Achille Lauro” cui fece seguito uno scontro senza precedenti con gli USA, nella base militare di Sigonella, dove grazie a Craxi, allora Presidente del Consiglio, si dimostrò alleata leale e pronta ad assumersi i rischi che ne conseguivano. ma si comportò da Stato pienamente sovrano.
Come dimenticare la sua figura di statista e sdoganatore della destra italiana rappresentata dal MSI, Movimento Sociale Italiano, quando nel 1983 incaricato di formare il governo, per primo decise di aprire le consultazioni proprio a questa forza politica di destra, il cui segretario era l’on. Giorgio Almirante. Scelta coraggiosa che pose fine all’esclusione incostituzionale dei voti missini dalla prassi democratica parlamentare.
Laver sdoganato la destra gli portò non poche critiche da quella sinistra comunista che lo ebbe in odio fin dall’inizio. A Craxi, uomo di sinistra e solidamente antifascista, va la primogenitura del pensiero che coloro i quali votavano MSI – Destra Nazionale fosse cittadini di serie B.
Quelli della mia età ricordano bene, la caduta di uno degli statisti che diedero molto all’Italia, quando alla sua uscita dall’hotel Raphael fu inondato di monetine al grido di “Craxi ladro, socialisti ladri”, a cui, oggi viene riconosciuta, unanimemente, la statura di uomo politico vero, di statista dotato di visione, fermezza ideologica e coraggio.
Craxi, uomo di sinistra, socialista, liberale e anti-fascista, ma, anche, anti-comunista, asseriva “nella sinistra non c’è solo una sinistra comunista, ma c’è anche un’altra via, quella socialista liberale e riformista che ha i suoi padri nobili in gente come Turati, Matteotti, Pertini e Nenni.”.
Ad Hammamet alla commemorazione di Craxi, due giorni fa, c’erano tutti, c’era il Governo, da Tajani a Larussa, ma mancava i rappresentanti della sinistra in genere, hanno ancora difficoltà a metabolizzare le parole di Craxi in relazione al dualismo della sinistra?
Intanto, nella commemorazione 2025, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha così detto di Craxi: «Una personalità rilevante degli ultimi decenni del Novecento italiano», aggiungendo il suo apprezzamento a quello espresso da Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, che, nel decimo anniversario della scomparsa del leader socialista e due volte presidente del Consiglio aveva voluto scrivere una lettera pubblica alla vedova per riconoscere e lamentare «la durezza senza uguali» con cui Craxi era stato indagato, processato e condannato per finanziamento illegale della politica, di cui era diventato capro espiatorio, con una combinazione, senza uguali, fra magistratura e informazione, sia essa stampata che visiva, definita dallo stesso Craxi, così: «La giustizia è diventata una specie di giustizia-spettacolo, con i suoi divi, i suoi eroi e i suoi dannati… Sono in tanti i giudici che non cercano la verità e la giustizia. Al loro posto hanno cercato soprattutto lo spettacolo. Lo spettacolo era indispensabile, serviva innanzitutto a creare popolarità e, la popolarità, è necessaria, per estendere e rafforzare un potere ben al di là di quello regolato e limitato dalla legge. ».
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