Una ricca raccolta di immagini ricostruisce, il terremoto che mezzo secolo fa sconvolse la Sicilia occidentale, come in un puzzle, confrontando i luoghi di ‘ieri’ con quelli di ‘oggi’.
di Piero Mastroiorio
È stato pubblicato lo scorso 15 febbraio 2021, il libro fotografico “Belìce Punto Zero”, il condensato su carta stampata del lavoro già esposto in mostra nel corso dell’ultima edizione del National Geographic Festival delle Scienze, viaggio alla scoperta delle conseguenze di un terremoto, con l’obiettivo di invitare il lettore a soffermarsi sulle fratture radicali inferte al tessuto sociale e al territorio che gravano talvolta per decenni sulle comunità colpite. realizzato dall’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo, l’Università degli Studi di Catania, la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace” ed il supporto del CRESM, Centro Ricerche Economiche e Sociali.
L’opera, visionabile sul sito web dell’INGV, rappresenta anche il primo titolo del nuovo progetto dell’INGV, che vede l’Istituto come editore di opere librarie, frutto del lavoro corale di geologi, geografi, sociologi e artisti, ci riporta nei luoghi del devastante terremoto del Belice del 1968, confrontando le immagini di oggi, realizzate dai giovani allievi del corso di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, guidati dal prof. Sandro Scalia, con quelle d’epoca pubblicate all’indomani del sisma e negli anni della ricostruzione dal quotidiano “L’Ora”, oggi custodite dalla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace”.
“Mettere insieme sotto un’unica egida professionalità così diverse ci ha permesso di studiare e raccontare il terremoto del Belice da una prospettiva quanto più esaustiva possibile. Era importante per noi, a più di 50 anni dal sisma, mettere a confronto passato e presente per provare a comprendere il viaggio che quell’angolo di Sicilia ha compiuto in questo mezzo secolo, con una ricostruzione materiale, sociale e culturale che non ha saputo rispondere alle reali esigenze delle comunità della Valle del Belice”, spiega Mario Mattia, primo tecnologo dell’INGV e curatore del libro insieme ai docenti Maria Donata Napoli e Sandro Scalia dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Il terremoto del Belice, del 15 gennaio 1968 fu il primo terremoto catastrofico dell’Italia repubblicana, colpì una regione dove lo sforzo industriale post-bellico non aveva, ancora, inciso sui livelli di sviluppo sociale e culturale, che ha ulteriormente danneggiato i primi tentativi organizzati che perseguivano lo scopo di risollevare i suoi abitanti dal secolare stato di miseria materiale.
Il titolo ‘Belice Punto Zero’ sta ad evidenziare come, quello del 1968, sia stato un terremoto rappresentativo del “punto zero” di molti aspetti: il rapporto complesso tra territori e Stato nella gestione delle grandi emergenze sismiche, il tentativo, fallimentare, di riproporre schemi urbanistici e infrastrutturali mutuati da esperienze aliene alla realtà siciliana. “Azzerando” il millenario rapporto tra gli abitanti e territorio, ed infine l’inizio di un particolare capitolo nella storia dei media che, per la prima volta in Italia, ha reso inevitabile il ricorso a strumenti innovativi, come furono le radio “libere”, capaci di raccontare, al di là della narrazione mainstream, la tragedia di decine di migliaia di persone costrette a scegliere tra un futuro incerto e l’emigrazione.