Nel 2023, in Italia, hanno chiuso 826 sportelli ed i comuni totalmente privi di uno sportello bancario, guardando il territorio nazionale, coprirebbero un’area vasta quanto i territori di Lombardia, Veneto e Piemonte, un quarto del territorio nazionale, con un aumento di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza pari a 362.000 in più rispetto ad un anno fa, mentre sono oltre 6.000.000 gli italiani residenti in comuni, in cui è rimasto un solo sportello e che rischiano di trovarsi a breve tagliati fuori dai servizi bancari.
di Piero Mastroiorio —
Gli ultimi dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria, diffusi da First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 dicembre 2023 da Bankitalia e ISTAT, rivelano come la desertificazione bancaria avanza e coinvolge circa 3.300 comuni, oltre 4 comuni su 10 sono rimasti senza sportelli bancari. In Italia quasi 4.400.000 persone risiedono in comuni dove non c’è alcuna banca, con un aumento di 362.000 persone rispetto a un anno fa e 6.000.000 di persone vivono in comuni dove è rimasto un solo sportello bancario.
La desertificazione bancaria continua ad avanzare e per alcuni la filiale è un miraggio, tanto che, solo nel 2023, in Italia, hanno chiuso 826 sportelli, a fine 2022 erano stati 677 (- 3,9%). I comuni totalmente privi di uno sportello bancario, guardando il territorio nazionale, coprirebbero un’area vasta quanto i territori di Lombardia, Veneto e Piemonte, un quarto del territorio nazionale. Aumenta anche il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza: sono 362.000 in più rispetto ad un anno fa. Oltre 6.000.000, invece, gli italiani residenti in comuni, in cui è rimasto un solo sportello e che rischiano di trovarsi a breve tagliati fuori dai servizi bancari.
Il dato che balza agli occhi è che il 41,5% dei comuni italiani, circa 3.300, non ha più sportelli bancari sul suo territorio, nel corso del 2023 sono stati 134 i comuni “desertificati”, fenomeno che avanza con sempre maggiore rapidità. Infatti, tra il 2015 e il 2023, il 13% dei comuni italiani ha visto chiudere l’ultima filiale, percentuale che potrebbe salire ulteriormente, se si considera che il 24% dei comuni, un quarto, sono rimasti con un solo sportello bancario e «a rendere più acuto il malessere sociale è la modesta diffusione dell’internet banking: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%», come evidenzia la ricerca. Aumenta inoltre, anche, il numero delle imprese che hanno sede in comuni privi di sportello bancario: sono 255.000, 22.000 in più rispetto ad un anno fa.
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba elabora anche un indicatore IPD, Indicatore di desertificazione provinciale, che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 24°, Roma 40°, Napoli 50°. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia.
«La corsa alla chiusura degli sportelli non si è fermata nemmeno nel 2023, anzi promette di registrare nel 2024 un’ulteriore accelerazione in base all’attuazione dei piani d’impresa delle banche. L’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale. Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso ad un servizio essenziale milioni di persone. A pagare il prezzo più pesante sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale», spiega Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl, che conclude: «Negli Usa due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filali e continueranno a farlo nei prossimi anni. È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società ed anche ai bilanci delle banche. È tempo che in Italia il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto.».
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