di Redazione —

«Il racconto del padre barlettano che denuncia di non essere in grado di affrontare le spese delle terapie necessarie per suo figlio affetto da autismo è solo la punta di un iceberg che riguarda, praticamente, tutte le famiglie pugliesi alle prese con la malattia. Sembra, infatti, che nessun CAT, Centro Territoriale per Autismo, pugliese offra agli assistiti anche le terapie gratuite, ma si limiti solo a fare diagnosi e a segnalare le cooperative sul territorio in grado di fornirle. Il problema è che mensilmente a famiglia, una buona terapia per il proprio figlio, può arrivare a costare anche oltre 1.000 euro al mese.

Le sedute hanno un costo che oscilla per ora dai 25 ai 30 euro.
Recentemente la quota di rimborso è stata aumentata dal 20% al 50%, ma ci raccontano alcuni genitori, è così difficile sul piano burocratico chiederlo, che molti rinunciano anche.
In ogni caso parliamo di una cifra a carico delle famiglie davvero difficile da sostenere.


Il timore, quindi, è che molti genitori dopo la diagnosi rinunciano alle terapie perché non in grado di sostenere il costo iniziale.
Una situazione drammatica che richiede quanto meno risposte immediate, per questo, come “Fratelli d’Italia“, abbiamo presentato una richiesta di audizione del presidente Emiliano, in qualità di assessore alla Sanità, del direttore del Dipartimento alla Salute, Montanaro, della dirigente della sezione “Liddo” e di un rappresentante del Comitato “Famiglie unite per l’autismo“», ha detto Tonia Spina, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, a nome di tutto il gruppo, presentando un’audizione riguardo la situazione dei CAT regionali.

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